26 Maggio : San Filippo Neri - Preghiere, giaculatorie, massime e vita
Ieri si è conclusa la Novena a San Filippo Neri (dal 17 al 25 Maggio)
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Preghiera a SAN FILIPPO NERI
scritta dal Cardinal Alfonso Capecelatro :
O dolcissimo Santo, che glorificasti Dio e perfezionasti te stesso, tenendo sempre il cuore in alto e amando Dio e gli uomini con inenarrabile carità, vieni dal cielo in mio aiuto. Vedi che io gemo sotto il peso di molte miserie, e vivo in una continua lotta di pensieri, di desideri, di affetti e di passioni, che mi vorrebbero allontanare da Dio. E senza Dio che cosa farei io mai? Sarei uno schiavo che per colmo di miseria ignora la propria schiavitù. Presto l'ira, l'orgoglio, l'egoismo, l'impurità e cento altre passioni divorerebbero l'anima mia. Ma io voglio vivere con Dio; però invoco umilmente e fiduciosamente il tuo aiuto. Impetrami tu il dono della santa carità; fa che lo Spirito Santo, il quale tanto miracolosamente t'infiammò il petto, discenda con i suoi doni nell'anima mia. Ottienimi che io possa, sia pure debolmente, imitare. Che io viva nel continuo desiderio di salvare anime a Dio; che io le guidi a lui, sempre imitando la tua dolcissima mansuetudine. Dammi d'essere casto di pensieri, di desideri e di affetti, come fosti tu. Concedimi quella santa allegrezza di spirito che procede dalla pace del cuore e dalla piena rassegnazione della volontà mia alla volontà di Dio. Intorno a te spirava un'aria benefica, che sanava le anime inferme, quietava le dubbiose, rinfrancava le timide, confortava le afflitte. Tu benedicevi coloro che ti maledivano; pregavi per coloro che ti perseguitavano; conversavi con i giusti per perfezionarli, e con i peccatori per ricondurli a coscienza. Ma perché dunque non mi è dato d'imitarti? Quanto lo desidererei! Come mi parrebbe bello farlo! Pertanto prega tu per me: e io o che sia sacerdote o laico o uomo o donna potrò imitarti ed esercitare anche io l'apostolato della tua carità tanto varia e molteplice. Lo eserciterò secondo il poter mio, giovando alle anime e ai corpi. Se avrò il cuore pieno di Dio, l'apostolato tuo lo compirò o nella chiesa o nella famiglia o negli ospedali o con gli infermi o con i sani, sempre. Amen.
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Preghiera a SAN FILIPPO NERI
O glorioso San Filippo, angelo di costumi, maestro di virtù, serafino di carità, apostolo di Roma e patrono della gioventù, io sotto la vostra protezione raccomando la vita mia. Ottenetemi la grazia di camminare per la strada retta del Vangelo e di star sempre vigilante e cauto, acciò la mia coscienza non si addormenti mai nella falsa e perniciosa pace dei peccatori. Assistetemi finalmente nell'ora della mia morte; scacciate da me, in quel passo terribile, il maledetto insidiatore, e accompagnate l'anima mia in Paradiso.
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GIACULATORIE DI SAN FILIPPO NERI
Questo Santo amava le preghiere brevi e ardenti, amava cioè le giaculatorie e insegnava a recitarle sotto forma di Rosario al posto del Padre Nostro e dell’Ave Maria. Padre Zazzara affermava che il Santo Filippo Neri lodava molto le giaculatorie, ed in diversi tempi dell'anno gliele insegnava e ne faceva dire ogni giorno quando una, quando un'altra per tenere vivo il pensiero della divina presenza ed eccitare la confidenza in Dio sono utilissime alcune orazioni brevi e quelle spesse volte lanciare verso il cielo tra il giorno, alzando la mente a Dio da questo fango del mondo: e chi le usa, ne ricaverà frutto incredibile con poca fatica. Alcune di queste giaculatorie sono riportate in seguito.
- Dio mio, quando ti amerò con amore di figlio?
- Gesù mio, ti vorrei tanto amare.
- Gesù mio, non fidarti di me!
- Gesù mio, io te lo ripeto, se Tu non mi aiuti, non farò mai bene.
- Gesù mio, te l’ho detto, io non ti conosco.
- Signore mio, vorrei imparare la strada di andare in cielo.
- Io ti cerco e non ti trovo, Gesù mio, vieni Tu da me.
- Non ti conosco ancora, Gesù mio, perché io non ti cerco.
- Se io conoscessi Te, conoscerei anche me, Gesù mio.
- Madonna benedetta, fammi la grazia che mi ricordi sempre della tua Verginità.
- Che cosa potrei fare, Gesù mio, per farti piacere?
- Io non ti ho mai amato eppure, Gesù mio, vorrei tanto amarti.
- Se Tu non mi aiuti, Gesù mio, io cadrò.
- Signore, mi fanno violenza, rispondi Tu per me.
- Io ti vorrei amare, Gesù mio, ma non trovo la via.
- Se io facessi anche tutto il bene del mondo, che cosa conterebbe mai questo, Gesù Mio?
- Gesù, sii per me Gesù.
- Io non riuscirò mai ad amarti, Gesù mio, se Tu non m’aiuti.
- Gesù mio, io non voglio far altro, se non la tua santissima Volontà.
- Signore, se mi vuoi, tronca la via a tutti gli impedimenti.
- Gesù mio, io ti vorrei sempre servire, ma non trovo la via.
- Buon Gesù, accresci la mia fede.
- Io diffido di me stesso, Gesù mio, e confido solo in Te.
- Fammi la grazia, Gesù mio, perché non abbia da amarti per timore, ma per amore.
- Vergine e Madre!
- Non so più che fare e che dire, Gesù mio, se Tu non m’aiuti.
- Signore, non nascondermi il tuo Volto.
- Non ricordare, Signore, i miei peccati per la tua santissima Passione.
VITA DEL SANTO
Filippo Neri, detto l'apostolo di Roma, giganteggia tra i Santi che fiorirono in Roma nel sec. XVI. Nato a Firenze nel. 1515, venne nella Città eterna a 19 anni, dopo aver rinunciato a una seducente prospettiva di ricchezza, presso Cassino e a Roma vi rimase fino alla morte. Laico fino a 36 anni, è partecipe e animatore di tutte le iniziative laicali di apostolato, mentre si guadagna la vita insegnando privatamente e insieme frequentando l'università per completare la sua formazione umanistica ed apostolica. Amante della natura, come S. Francesco di Assisi, sempre lieto, d'una letizia sana e santa, che comunicava, quasi senza volerlo, a chiunque lo avvicinasse, nemico delle pose e delle ostentazioni, faceto e quasi burlone, arrivava dovunque si potesse fare del bene. Amava i fanciulli, e li voleva buoni e allegri; li educava a vita cristiana gioiosamente trasfondendo in loro la sua grande devozione alla Madonna. Con i suoi, fondò per loro in Roma, la prima scuola organizzata e un collegio per i più capaci, ma poveri. Sapeva compatirli: «State fermi, se potete» e incoraggiarli, facendosi «coi fanciulli, fanciullo sapientemente».
Visitava e assisteva i malati negli Ospedali e fondò per primo un Convalescenziario. Per i pellegrini «romei» formò un'apposita Confraternita e costruì una grande casa per loro, dedicata alla SS.ma Trinità. Ebbe pietà per i malati di mente, fino allora abbandonati per le vie, fondando l'Istituto di S. Maria della Pietà, primo del genere, divenuto poi il grande ospedale psichiatrico provinciale di Roma. Vedeva con simpatia gli stranieri e si prodigava per far sorgere in Roma le loro comunità nazionali. Aiutava i Religiosi per i quali era un felice « pescatore » di vocazioni. Sapeva distogliere la gioventù dalle carnevalate sfrenate, con geniali forme di sana ricreazione, come la famosa Visita alle Sette Chiese. Aveva un'abilità speciale per indurre gli artisti a mettere il loro genio al servizio di Dio: fu così che nacquero gli Oratori in musica, gli Annali Ecclesiastici e l'interesse per l'archeologia sacra. Pensò agli innumerevoli ed oziosi cortigiani istituendo lieti trattenimenti spirituali pomeridiani, detti gli Esercizi dell'Oratorio. L'ardente desiderio di riconciliare anime a Cristo, lo rendeva instancabile nel trascorrere molte ore in confessionale e sempre pronto a facilitare quella confessione frequente che inculcava ai suoi figli spirituali come mezzo di perfezione. Celebrava ogni giorno la S. Messa con tale ardore di spirito che, non di rado, i presenti ne vedevano, anche esternamente, manifestazioni mirabili. Di tutti era amico, popolani e principi, laici e cardinali, buoni e cattivi, tutti riusciva a rendere migliori. I santi che vivevano a Roma in quel secolo, lo veneravano come padre, gli stessi Papi gli baciavano la mano e gli offrivano le più alte dignità, che egli, scherzosamente, ma risolutamente sempre rifiutava. Numerosi i miracoli attribuiti alle sue preghiere, ancora vivente e dopo la morte, in vantaggio di ogni sorta di persone. Per assicurare la durata dell'opera sua, fondò la Congregazione dell'Oratorio, tuttora operante in Italia e fuori: primo esempio di vita comune del clero secolare. Il segreto di tale prodigiosa attività, è svelato dalle catacombe di San Sebastiano, che egli frequentava fin da giovane, per attingere da quei morti la regola del retto vivere. E là, che nei giorni precedenti la Pentecoste del 1544, ebbe dallo Spirito Santo la prova sensibile che l'ardore della carità di Dio era con lui: vide un globo di fuoco, che gli penetrò nel cuore dilatandogli il petto; fu un Santo veramente «pentecostale». Morì serenamente, in atto di implorare la benedizione di Dio sui discepoli e continuatori dell'opera sua, all'alba del 26 maggio 1595.
ALCUNE FRASI DI SAN FILIPPO NERI :