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Pubblicato da la strada per la felicità

“Figlia mia,  quanto più le anime passate all’altra riva sono state sottoposte alla mia Volontà, quanti più atti hanno fatto in Essa, tante più vie si son formate per ricevere i suffragi dalla terra.  Sicché quanto più hanno fatto la mia Volontà formandosi le vie di comunicazione dei beni, che ci sono nella Chiesa e che Mi appartengono, non c’è via da loro fatta che non gli porti chi un sollievo, chi una prece, chi una diminuzione di pene:  i suffragi camminano in queste vie regie del mio Volere, per portare a ciascuna il merito, il frutto ed il capitale che s’è formato nella mia Volontà, perciò senza la mia Volontà non ci sono vie e mezzi per ricevere i suffragi.  Sebbene i suffragi e tutto ciò che fa la Chiesa scendono sempre nel Purgatorio;  ma vanno a coloro che si son formate le vie, …  Per chi ha fatto sempre la mia Volontà non esistono vie per il Purgatorio, la sua via è diritta per il Cielo.  E chi non in tutto e per sempre, ma in gran parte ha riconosciuto il mio Volere e vi si è sottoposto, si è formato tante vie e riceve tanto che subito il Purgatorio lo spedisce al Cielo. Ora, come le anime purganti per ricevere i suffragi dovevano formarsi le vie, così i viventi per mandare i suffragi devono fare la mia Volontà per formarsi le vie, per fare salire i suffragi nel Purgatorio;  se fanno i suffragi e dalla mia Volontà son lontani, i loro suffragi, mancando la comunicazione della mia Volontà che, sola, unisce e vincola tutti, non troveranno la via per salire, i piedi per camminare, la forza per dare il sollievo:  saranno suffragi senza vita, perché manca la vera Vita del mio Volere che, solo, tiene virtù di dar vita a tutti i beni. Quanto più di mia Volontà l’anima possiede, tanto più valore contengono le sue preghiere, le sue opere, le sue pene;  sicché più sollievo può portare a quelle anime benedette.   Io misuro e do il valore a tutto ciò che può fare l’anima, per quanto di mia Volontà possiede…” (Gesù a Luisa Piccarreta:  3.11.1926  - Vol. 20) 

 

NOVENA ALLE ANIME DEL PURGATORIO NEL DIVIN VOLERE

Recitare le preghiere per nove giorni consecutivi

 

Padre Santo, m’immergo nel tuo Voler Divino, prendo e faccio mio tutto il suo Potere, l’immensità del suo Amore;  faccio mio il valore immenso delle pene del tuo Figlio Gesù, tutta la sua Passione, ogni sua piaga, ogni sua spina, ogni goccia del suo Sangue e faccio mia tutta la sua Umanità SS., ogni suo atto, tutti i suoi meriti, la sua Santità e la sua Divinità;  prendo tutte le Qualità Divine, tutti i beni che sono nella Volontà Divina;  prendo tutti gli atti di Maria SS., tutta la sua santità, i suoi meriti e le sue pene e, facendo tutto mio questo capitale infinito, lo verso tutto sulle anime del Purgatorio, ( particolarmente sull’anima di ............... ),  perché, immerse in questi bagni di un potere ed un’immensità divina, vengano di molto abbreviate le loro pene e possano essere al più presto ammesse alla tua Presenza a lodarti nella Patria Celeste. (Cfr. Vol. 12 - 14.3.1919)

 

Signore, nella tua Divina Volontà, per il suffragio delle anime purganti, io Ti offro il Sangue Divino, che venne sparso per esse, il Sacrificio della Vittima per eccellenza, la mediazione potente di Maria e dei Santi, le umili suppliche della tua Chiesa, le preghiere e le opere meritorie dei suoi figli.  Appoggiato a questo io spero tanto dalla tua misericordia, o mio Dio, per quelle anime che Ti furono care, e che ci fai un dovere di amare e di soccorrere ancora.

Gesù, nel tuo Volere Ti bacio, Ti compatisco, Ti adoro, Ti ringrazio e Ti prego per i colpi che ricevi e per gli acerbi dolori che soffri mentre Ti conficcano i chiodi, di concedere in questo momento alle anime purganti la loro liberazione dal Purgatorio.  Sì, per il Sangue che spargi, o Gesù, Ti prego di estinguere le fiamme che bruciano quelle anime;  e questo Sangue sia a tutte di refrigerio e bagno salutare da purgarle da qualunque macchia e disporle alla visione beatifica.   (Cfr. Le Ore della Passione di N.S.G.C.) 

 

 

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BIOGRAFIA DI LUISA PICCARRETA

Luisa Piccarreta, serva di Dio della Chiesa Cattolica, nacque a Corato (Bari), la mattina del 23 aprile 1865, domenica "In Albis" (l'attuale festa della Divina Misericordia), e fu battezzata lo stesso giorno. Quarta delle cinque figlie di Rosa Tarantini e di Vito Nicola Piccarreta, umile fattore in una masseria agricola, situata nella località di Torre Desolata. La sua formazione scolastica si fermò al primo anno di scuola elementare, per poter condurre la vita contadina della sua famiglia. La domenica in Albis del 1874, Luisa ricevette, all'età di nove anni, i Sacramenti della Prima Comunione e della Cresima. Da allora in poi, la sua Fede si intensificò, rimanendo assorta continuamente in preghiera, meditando in particolare sulla Passione di Cristo, adorando spiritualmente L'Eucaristia e coltivando una solida devozione alla Madonna che la spinse, ad undici anni, ad iscriversi all’Associazione delle Figlie di Maria.

A tredici anni, mentre meditava sulla Passione di Gesù, al sentire il cuore oppresso e la mancanza di respiro, uscì fuori al balcone di casa e da lì ebbe una visione: la strada era piena di persone che spingevano Gesù, sofferente e insanguinato, mentre portava curvo la pesante croce. Allora Cristo, alzando gli occhi verso di lei, le disse: "Anima, aiutami!". Da quel momento in poi, si accese in lei un desiderio insaziabile di consolare Gesù, prendendo su di sé i suoi patimenti per salvare le anime e riparare così le offese che riceveva. Iniziarono per lei le sofferenze fisiche dovute alle stigmate invisibili e alle dure e continue vessazioni di demoni, aggiunte a quelle spirituali e morali. Un giorno, dopo essere stata vessata dal demonio, ebbe una seconda visione di Gesù penante e della Madonna Addolorata che la invitava ad offrirsi vittima per amore a suo Figlio. Allora pronunciò il suo "Fiat Voluntas tua" a Dio, facendo voto di vittima di espiazione per i peccati. In seguito a ciò, manifestò un'inspiegabile malattia che la costringeva a stare immobile a letto e a vomitare qualsiasi cibo e bevanda, nutrendosi solo di Eucarestia, per 62 anni. I medici che la visitarono, non essendo riusciti a trovare una diagnosi certa, suggerirono ai familiari di chiamare un sacerdote. Finalmente, al segno della croce di un padre agostiniano, Luisa ritornò dal suo "solito stato" - come lei stessa lo definì - che si ripresenterà ogni giorno fino alla morte e da cui poté ogni volta uscire solo allo stesso modo. Divenne terziaria Domenicana col nome di Maddalena, ma ebbe da Gesù una missione particolare e unica: nella "piccola prigione" del suo letto, Gesù le fece conoscere il suo desiderio di riportare l'uomo all'ordine e allo scopo per cui fu creato, ossia il vivere unito a Lui nella sua "Divina Volontà", come lo fu Adamo prima del peccato originale. Questo è il significato delle parole di Gesù del Padre Nostro: "Sia fatta la tua Volontà come in cielo così in terra". Dal 1884 fino alla morte, fu obbediente ai vari confessori inviati dal Vescovo dell'Arcidiocesi di Trani. Dal 1º gennaio 1889, il suo confessore, don Michele De Benedictus, le diede il permesso di rimanere a letto, dove rimase sempre seduta fino alla morte.

Il 28 febbraio del 1899, don Gennaro De Gennaro, il suo secondo confessore, le diede l'obbedienza di scrivere quanto succedeva tra Gesù e lei e le grazie che riceveva continuamente. Con grande sforzo interiore, cominciò a scrivere il suo diario: un manoscritto contenente più di 2.000 capitoli, raccolti in trentasei volumi, sulla nuova "santificazione" nella Divina Volontà. Scrisse anche centinaia di lettere, "Le Ore della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo*", a cui sono legati innumerevoli benefici spirituali e lo scritto dettatole dalla Madonna stessa: “La Vergine Maria nel Regno della Divina Volontà", una meditazione mariana del Vangelo ed un'esortazione a vivere nella Divina Volontà. All’inizio del Novecento, Sant'Annibale Maria Di Francia fu suo confessore straordinario e censore dei suoi scritti, regolarmente esaminati ed approvati dalle autorità ecclesiastiche. Il santo messinese incoraggiò Luisa a scrivere tutto ciò che succedeva tra Lei e Gesù, senza tralasciare nessun particolare. Si dedicò alla pubblicazione de “L’Orologio della Passione”, che meditava ogni mattina raccomandandone la preghiera; nel 1926, fece scrivere a Luisa anche un quaderno di “Memorie d’infanzia”. Colpito da una grave malattia che lo condusse alla morte, Sant'Annibale non poté vedere realizzato il suo sogno di pubblicare gli scritti di Luisa.

Il 7 ottobre 1928, a Corato si completò la costruzione della Casa delle suore della “Congregazione del Divino Zelo” dove Luisa Piccarreta fu trasferita dopo la morte di Sant'Annibale. Don Benedetto Calvi, l'ultimo dei suoi confessori, le fu vicino fino alla morte e il 28 dicembre 1938 le diede l'obbedienza di scrivere l’ultimo capitolo del suo diario. Il 4 marzo di 1947, a 81 anni, dopo una breve e fatale polmonite, spirò continuando a vivere nella Divina Volontà in Paradiso, ancor più perfettamente di come aveva già fatto sulla terra. Nel 1993, i suoi resti furono traslati nel Santuario di Santa Maria Greca e il 20 novembre 1994, la Santa Sede diede il "Nulla Osta" all'Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie, per l'apertura ufficiale della Causa di Canonizzazione.

Il 29 novembre del 2005, l'Arcivescovo dell'Arcidiocesi, S.E. Mons. Giovan Battista Pichierri, chiuse la fase diocesana, iniziando così quella romana della causa di beatificazione

 

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