28 Luglio : San Nazario e San Celso - Preghiere
Ieri, 27 Luglio è terminata la Novena a San Nazario e San Celso
Preghiera a San Celso
Ci rallegriamo con voi, o glorioso S. Celso per le tappe gloriose della vostra vita apostolica: quando illuminato dalla grazia, in giovanissima età, sapeste seguire la dottrina del Divin Maestro, vincendo le minacce dei vostri parenti e le beffe dei vostri compagni; quando nel fiore degli anni, sapeste vincere le passioni, seguendo generosamente i consigli evangelici; quando lasciando patria, parenti ed amici, insieme con Nazario, vostro maestro, predicaste con ardore la fede cristiana a paesi stranieri e pagani, convertendo tante anime alla vera religione di Gesù Cristo.
Deh, fate che una scintilla sola di quella luce divina, che rifulse in voi, illumini le nostre menti e riscaldi i nostri cuori, in modo che anche noi otteniamo la grazia di spendere la nostra vita per la gloria e il trionfo della Parola di Dio.
Amen.
Gloria al Padre al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen
O glorioso S. Celso. Pregate per noi.
Preghiera a San Celso
Ci rallegriamo con voi o glorioso S.Celso, per quella invitta costanza e per quell’ eroico coraggio con i quali affrontaste, durante il dominio di Nerone, a Milano, il martirio per la glorificazione della Divina Parola.
Salvato miracolosamente dal mare, con fermezza affrontaste l’ira del tiranno Anolino e con gioia tolleraste la decapitazione, inneggiando a Dio tra le pene del martirio.
Deh, otteneteci che con la stessa costanza e con lo stesso coraggio affrontiamo gli assalti incessanti delle tentazioni, i disagi e le lotte della vita, in modo da testimoniare di fronte al mondo la Parola di Dio. Amen.
Gloria al Padre al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen
O glorioso S. Celso. Pregate per noi.
Preghiera a San Celso
Ci rallegriamo con voi, o glorioso S. Celsoche, giovanissimo ancora, sapeste così gloriosamente donare la vostra vita a Gesù, il quale a sua volta raccoglieva la vostra anima bella nel cielo con la duplice corona dell’innocenza e del martirio.
Noi vi preghiamo per i vostri meriti e per la sublime gloria, di cui siete ora circondato in cielo, deh, vegliate continuamente su questo popolo, che è vostro e che vi elesse a suo speciale protettore.
Il vostro potente patrocinio si estenda continuamente,in ogni tempo e in ogni circostanza.
Nei molteplici bisogni che assillano al vita, siate il nostro provveditore; nelle amarezze, con le quali è travagliato il pellegrinaggio in questo esilio, siate il nostro consolatore; nelle continue tentazioni, che l’inferno muove contro le nostre anime, siate il nostro solerte difensore.
Così avvalorati dalla vostra protezione, seguiremo sulla terra l’esempio luminoso della vostra testimonianza alla Divina Parola, negli ultimi momenti della nostra vita invocheremo il vostro nome con quello di Gesù e Maria e ci incontreremo nel cielo, o miracoloso nostro protettore, per godere insieme la gloria eterna di Dio, nostra felicità. Amen.
Gloria al Padre al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen
O glorioso S. Celso. Pregate per noi.
VITA DEI SANTI
Si dice che il racconto della vita dei santi Nazario e Celso sia stato ritrovato da Ambrogio nel libro di Gervasio e Protasio. Avendo il padre giudeo e la madre cristiana, Nazario non sapeva quale religione dovesse scegliere.
Fu per volontà di Dio che seguì le orme della madre: per questo motivo il padre cercò di spaventarlo enumerandogli i tipi di supplizio e di pene cui erano sottoposti i cristiani. Non volendo assolutamente sottostare ai voleri del padre, Nazario lasciò Roma e per nove anni passò da una città all'altra dell'Italia, aiutando i poveri. Giunse quindi a Piacenza, poi a Milano dove sostenne i santi Gervasio e Protasio rinchiusi in carcere.
A causa di ciò fu costretto a lasciare la città e a peregrinare da un luogo all'altro, fino a quando gli apparve la madre morta che gli consigliò di scappare nelle Gallie. Qui una donna affidò a Nazario il proprio figlio di nome Celso supplicandolo di battezzarlo. Venuto a conoscenza di ciò, il prefetto delle Gallie imprigionò in carcere Nazario e Celso, ma grazie all'intervento della madre del bambino, furono liberati.
In seguito Nazario fu accusato di aver diffuso il Cristianesimo, e fu condotto insieme al giovane Celso da Nerone, il quale li fece rinchiudere di nuovo in carcere: ma furono rilasciati dopo che un giorno Nerone, essendo stato aggredito da un gran numero di belve, pensò che quello fosse stato un castigo di Dio per ciò che aveva fatto e perciò decise di liberarli. Ma i due santi furono ancora puniti dall'imperatore quando Nazario, entrato in un tempio, aveva iniziato a pregare: furono gettati in mare durante una tempesta, ma Nazario grazie alla preghiera riuscì a calmare le acque. Successivamente i sacerdoti degli dei pagani decisero di decapitare Nazario e Celso, fuori dalla Porta Romana a Milano.
Dopo che i cristiani ebbero seppellito i loro corpi di nascosto nei propri giardini, i due santi apparvero a Cerazio, chiedendogli di sotterrare i corpi in un luogo più sicuro e in cambio compirono il miracolo di guarirne la figlia paralitica. Tempo dopo il Signore rivelò dove erano sepolti i corpi a sant'Ambrogio il quale lasciò il corpo di Celso dove si trovava e portò quello di Nazario, ritrovato ancora con il sangue fresco come appena sepolto, nella chiesa degli Apostoli.
Fu per volontà di Dio che seguì le orme della madre: per questo motivo il padre cercò di spaventarlo enumerandogli i tipi di supplizio e di pene cui erano sottoposti i cristiani. Non volendo assolutamente sottostare ai voleri del padre, Nazario lasciò Roma e per nove anni passò da una città all'altra dell'Italia, aiutando i poveri. Giunse quindi a Piacenza, poi a Milano dove sostenne i santi Gervasio e Protasio rinchiusi in carcere.
A causa di ciò fu costretto a lasciare la città e a peregrinare da un luogo all'altro, fino a quando gli apparve la madre morta che gli consigliò di scappare nelle Gallie. Qui una donna affidò a Nazario il proprio figlio di nome Celso supplicandolo di battezzarlo. Venuto a conoscenza di ciò, il prefetto delle Gallie imprigionò in carcere Nazario e Celso, ma grazie all'intervento della madre del bambino, furono liberati.
In seguito Nazario fu accusato di aver diffuso il Cristianesimo, e fu condotto insieme al giovane Celso da Nerone, il quale li fece rinchiudere di nuovo in carcere: ma furono rilasciati dopo che un giorno Nerone, essendo stato aggredito da un gran numero di belve, pensò che quello fosse stato un castigo di Dio per ciò che aveva fatto e perciò decise di liberarli. Ma i due santi furono ancora puniti dall'imperatore quando Nazario, entrato in un tempio, aveva iniziato a pregare: furono gettati in mare durante una tempesta, ma Nazario grazie alla preghiera riuscì a calmare le acque. Successivamente i sacerdoti degli dei pagani decisero di decapitare Nazario e Celso, fuori dalla Porta Romana a Milano.
Dopo che i cristiani ebbero seppellito i loro corpi di nascosto nei propri giardini, i due santi apparvero a Cerazio, chiedendogli di sotterrare i corpi in un luogo più sicuro e in cambio compirono il miracolo di guarirne la figlia paralitica. Tempo dopo il Signore rivelò dove erano sepolti i corpi a sant'Ambrogio il quale lasciò il corpo di Celso dove si trovava e portò quello di Nazario, ritrovato ancora con il sangue fresco come appena sepolto, nella chiesa degli Apostoli.