12 Agosto: Santa Giovanna Francesca de Chantal - Preghiere e vita
ieri si è conclusa la novena a Santa Giovanna Francesca de Chantal
Preghiera a Santa Giovanna Francesca de Chantal
per chiederle fortezza e serenità
O gloriosa Santa Giovanna Francesca,
con la preghiera fervente,
con l’attenzione alla Divina Presenza,
e con la purezza di intenzione,
hai raggiunto sulla terra un’intima unione con Dio.
Sii tu ora la nostra avvocata, la nostra madre,
e la nostra guida nel cammino della virtù e della perfezione.
Perora la nostra causa presso Gesù, Maria e Giuseppe,
a cui tu sei stata così teneramente devota,
e le cui sante virtù hai così da vicino imitato.
Ottienici, o Santa amabile e compassionevole,
le virtù che ritieni siano più necessario per noi:
un amore ardente a Gesù nel santissimo Sacramento,
una tenera e filiale fiducia nella Sua Santissima Madre,
e, come te, un costante ricordo della sua sacra Passione e morte.
Ottienici anche, ti preghiamo,
che la nostra intenzione particolare di questa preghiera
possa esserci concessa.
V. Prega per noi, o santa Giovanna Francesca,
R. Perché siamo fatti degni delle promesse di Cristo.
Preghiamo:
O Dio onnipotente e misericordioso, che avete concesso a Santa Giovanna Francesca, così infiammata d’amore per voi, un grado splendido di virtù e fortezza in tutti i sentieri della vita, e attraverso di lei, la vostra chiesa con un nuovo Ordine religioso, concedete, per i suoi meriti e le sue preghiere, che noi, tanto soggetti alla nostra debolezza ma confidenti nella vostra forza, possiamo superare tutte le avversità con l’aiuto della vostra grazia celeste. Per Cristo nostro Signore. Amen.
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Preghiera a Santa Giovanna Francesca de Chantal
Signore, bontà somma, mi abbandono nelle tue braccia, nei momenti di gioia, come in quelli difficili.
Conducimi dove ti piacerà; non guarderò la strada da seguire, non guarderò che te, mia tenera provvidenza, mia forza, mia baluardo, tu che mi guidi come una madre.
Seguirò il cammino che tu hai tracciato per me, senza volerlo indagare, senza cercare le ragioni di ciò che accade, senza chiedermi troppi “perché”.
Lo sguardo fisso su di te, io farò la tua volontà, non la mia. Sarò in pace, desiderando non altro che ciò che tu mi ispirerai di desiderare.
Ti offro queste mie decisioni Signore, ti chiedo di benedirle.
Ti sarò fedele, pur nella mie debolezza, appoggiandomi sulla tua bontà, sulla tua generosità, sulla tua misericordia.
Signore, che io abbia fiducia totale in te.
È ben ragionevole che contribuiate con cura e fedeltà a lavorare per avere di che venire incontro alle vostre necessità. Ciò è molto conveniente per delle «serve di Dio»: guadagnarsi con il lavoro il pane che mangiano
Quando vedo il Salvatore morente in croce, spero sempre che Lui ci farà vivere d'amore nella gloria. Quando guardo a me stessa, mi spavento perché so di meritare l'inferno. Ma quando mi rivedo ai piedi della croce che abbraccio, la speranza del cielo che essa mi ha guadagnato si fa così viva che dimentico l'inferno ed è ben raro che ci pensi.
Tutti i giorni l'esperienza m’insegna che si devono fare raramente le correzioni forti e severe e che esse sono incomparabilmente più profittevoli quando vengono fatte con dolcezza viva, cordiale, seria e amorosa, perché questo modo dilata il cuore di chi parla e di chi ascolta e la rimanda molto gioiosa, incoraggiata al bene.
Il modo principale per fare del bene alle anime è quello di sacrificarsi per loro.
VITA DELLA SANTA
Nasce il 23 gennaio 1572 da Benigno Frémyot e da Margherita di Berbisey. A un anno di età rimane orfana di madre. Educata virilmente dal padre, il barone Benigno Frèmiot, secondo presidente del parlamento di Francia, uomo insigne per pietà e fede, andò sposa a vent'anni al barone Cristoforo de Rabutin barone di Chantal. Ne ebbe sei figli e ne rimase vedova a ventinove anni, per un incidente di caccia.
Saggia amministratrice dei beni del marito, continuò ad esserlo in casa del suocero, sopportando con eroica pazienza, umiltà e carità tutte le contrarietà. Sempre si esercitò in opere di carità verso gli ammalati e i poveri, toccando l'eroismo e ottenendo anche il miracolo della moltiplicazione dei viveri. Conobbe in visione la guida che il Signore le avrebbe concesso: il santo vescovo Francesco di Sales, il quale, a sua volta, ebbe la stessa visione, che gli permise di riconoscere la santa vedova, quale pietra angolare destinata da Dio all'edificazione del nuovo istituto. A 38 anni, sotto la direzione del Vescovo di Ginevra, con altre tre compagne, fondava la prima casa della Visitazione di Santa Maria. Era il 6 giugno 1610. Donna perfetta, forte, equilibrata, capace di adempiere la sua seconda missione di fondatrice senza minimamente trascurare la prima di mamma. Vide morire, dopo il marito, tutti i suoi figli; una sola figlia le sopravvivrà: Francesca, che fu poi la signora di Toulongeon. Anche san Francesco di Sales, morendo nel 1622, la lascerà sola a condurre avanti l'Istituto per ben diciannove anni. Le prime e più preziose sue collaboratrici la precederanno nella vita eterna. Guiderà l'Ordine fino alla morte (con intervalli alternati di superiorato e sudditanza, conforme alle regole della Visitazione) avvenuta il 13 dicembre del 1641, lasciando 87 monasteri da lei fondati. La sua beatificazione avvenne nel 1751; la sua canonizzazione nel 1767. A sollecitare l'elevazione agli altari della Santa fondatrice intervennero " voti del popolo cristiano, istanze reiterate da parte di Re e Principi cattolici e preghiere di venerandi Pastori della Chiesa ".
Dio le concesse di vivere con i santi: san Francesco di Sales, san Vincenzo de' Paoli, suo discepolo e ammiratore. Dio concesse pure alla Santa di conoscere ogni categoria di persone: i grandi nei loro castelli, i poveri nei loro tuguri, la gente dei campi nell'umiltà del suo lavoro quotidiano. A tutti aveva cominciato a far sentire il benefico influsso della sua carità, pratica, umile, soprannaturale. Dio la chiama poi ad una vita di nascondimento dietro le grate di una clausura. Fu una vera mistica. San Francesco di Sales tenne con lei un epistolario nutritissimo. In ogni suo scritto risalta la sua spiritualità forte, equilibrata, umile, generosa, senza fronzoli né compromessi. Temprata alle più dure lotte che non le furono risparmiate: per quarant'anni ebbe a sostenere durissime tentazioni contro la fede che contribuirono a stabilirla in quella vera "estasi" che, nella spiritualità salesiana, consiste nell'"uscire" da se stessi per abbandonarsi totalmente a Dio.
Nell'intera economia della redenzione noi vediamo sempre accanto a quella dell'uomo l'opera della donna: a cominciare da Gesù e Maria. Senza voler venire a confronti, certamente il rapporto tra questi due Santi si può definire "unico" più che raro.