22 Gennaio : San Vincenzo di Saragozza, diacono e martire - preghiere e vita
Preghiera a San Vincenzo
Sii propizio, Signore, alle nostre suppliche affinché noi che ci riconosciamo rei per la nostra iniquità, ne siamo liberati per intercessione del santo martire Vincenzo.
ORACIÓN A SAN VICENTE DE ZARAGOZA
Dios Todopoderoso, que infundiste al diácono San Vicente el espíritu de fortaleza, que le hizo ministro fiel en tu servicio y vencedor valiente en cl martirio. Te damos gracias porque hace cuatrocientos años, en tu providencia amorosa, te serviste de San Vicente como protector frente a la enfermedad de la peste que amenazó a nuestro pueblo.
Padre Santo, confiados en tu amor misericordioso, igual que nuestros antepasados a lo largo de cuatro siglos, por intercesión de San Vicente, te suplicarnos nos protejas de los males que nos amenazan en nuestro tiempo. Líbranos del poder del pecado que nos hace sordos de tu Palabra y nos arrastra a vivir al margen de tus mandamientos, y que nos hace egoístas e indiferentes ante el sufrimiento de los demás.
Danos la salud del alma y del cuerpo para que, a ejemplo de San Vicente, podamos amarte con un corazón limpio y servir al prójimo con diligencia y generosidad. Te pedimos por quienes son víctimas de las guerras, el terrorismo y la violencia. Ten compasión de quienes se sienten solos y desamparados, de los que sufren a causa de las enfermedades, de la pobreza y el hambre. A todos nosotros danos un corazón grande para amar y para estar siempre disponibles e ir en ayuda de quienes nos necesitan compartiendo con ellos nuestros bienes.
Dios de bondad, fuente de todo bien, por los méritos e intercesión de San Vicente, protege a todas las familias para que sean verdaderas iglesias domésticas, en las que se custodie el tesoro de la vida y de la fe, y donde se enseñe y practique el amor fraterno, ilumina a nuestras autoridades para que acierten en sus decisiones y promuevan los valores morales y sociales, ayúdales a trabajar por el progreso material y espiritual ele todos, especialmente de los más pobres y necesitados. Ayuda a todos los católicos a ser sal y luz para los demás, que seamos auténticos testigos de Cristo en todas las facetas de nuestra vida, siendo instrumentos de paz, de alegría y de esperanza para todos.
Padre nuestro, atráenos hacia Cristo, Nuestro Señor y Salvador, y haz que cuantos te invocarnos en este Año Jubilar de San Vicente, guiados por su ejemplo y con la ayuda de su intercesión, caminemos juntos hacia Ti en la unidad del Espíritu Santo. AMÉN.
Vita di San Vincenzo
Un diacono così, ora che il diaconato è tornato “di moda” nella Chiesa, ogni vescovo se lo sognerebbe. Perché, si sa, non tutti i vescovi sono degli oratori nati e quello di Saragozza, Valerio, è per giunta balbuziente. Trovare in Vincenzo un diacono ben equipaggiato culturalmente, dotato nella parola, generoso e coraggioso è per lui un vero colpo di fortuna. Oggi San Vincenzo è il martire più popolare della Spagna, ma doveva già esserlo 1700 anni fa se ben tre città, Valencia, Saragozza e Huesca, si contendono l’onore di avergli dato i natali. In questa disputa noi non vogliamo entrare, limitandoci ai dati essenziali che ci vengono forniti dagli Atti del suo martirio, che avviene durante la persecuzione di Diocleziano. Nel clima di terrore che si instaura e che vede la distruzione degli edifici e degli arredi sacri, la destituzione dei cristiani che ricoprono cariche pubbliche, l’obbligo per tutti di sacrificare agli dei, il vescovo Valerio e il diacono Vincenzo continuano imperterriti nell’annuncio del Vangelo: formano un connubio indissolubile, nel quale il primo con la sua presenza e con l’autorità che gli deriva dal ministero episcopale si fa garante di quello che il secondo annuncia con forza, convinzione e facilità di parola. Così il governatore di Valencia, Daciano, li fa arrestare entrambi, ma quando se li trova davanti capisce che il vero nemico da combattere è il diacono Vincenzo. Manda così il vescovo in esilio e concentra tutte le sue arti persecutorie su Vincenzo, che oltre ad essere un gran oratore è anche un uomo che non si piega facilmente. Lo dice in faccia al governatore: “Vi stancherete prima voi a tormentarci che noi a soffrire”, e questo manda in bestia il persecutore, che vede così anche messa in crisi la sua autorità e il suo prestigio. Perché Vincenzo è una di quelle persone che si piegano ma non si spezzano: prima lo fa fustigare e torturare; poi lo condanna alla pena del cavalletto, da cui esce con le ossa slogate; infine lo fa arpionare con uncini di ferro. Così tumefatto e slogato lo fa gettare in una cella buia, interamente cosparsa di cocci taglienti, ma la testimonianza di Vincenzo continua ad essere limpida e ferma: “Tu mi fai proprio un servizio da amico, perché ho sempre desiderato suggellare con il sangue la mia fede in Cristo. Vi è un altro in me che soffre, ma che tu non potrai mai piegare. Questo che ti affatichi a distruggere con le torture è un debole vaso di argilla che deve ad ogni modo spezzarsi. Non riuscirai mai a lacerare quello che resta dentro e che domani sarà il tuo giudice”. Lo sentono addirittura, anche così piagato, cantare dalla cella e Daciano si rende conto che quella è una voce da far zittire in fretta, visto che qualcuno si è già convertito vedendolo così forte nella fede. Muore il 22 gennaio dell’anno 304 ed anche per sbarazzarsi del cadavere Daciano deve sudare: gettato in pasto alle bestie selvatiche, il suo corpo viene alacramente difeso da un corvo; gettato nel fiume, legato in un sacco insieme ad un grosso macigno, il suo corpo galleggia e torna a riva, dove finalmente i cristiani lo raccolgono per dargli onorata sepoltura. Da una delle omelie che Sant’Agostino ogni anno, il 22 gennaio, dedicava al martire Vincenzo ricaviamo questo pensiero: “il diacono Vincenzo….. aveva coraggio nel parlare, aveva forza nel soffrire. Nessuno presuma di se stesso quando parla. Nessuno confidi nelle sue forze quando sopporta una tentazione, perché, per parlare bene, la sapienza viene da Dio e, per sopportare i mali, da lui viene la fortezza”.
Autore: Gianpiero Pettiti