11 Luglio : San Benedetto da Norcia - preghiere, novena, la medaglia croce
Ieri si è conclusa la novena a San Benedetto da Norcia
Promessa di S. Benedetto ai suoi devoti :
S. Benedetto è invocato per ottenere una buona morta e la salvezza eterna. Egli apparve un giorno a S. Geltrude, dicendo: “ Chiunque mi ricorderà la dignità per cui il Signore ha voluto onorarmi e beatificarmi, concedendomi di fare una morte così gloriosa, io lo assisterò fedelmente in punto di morte e mi opporrò a tutti gli attacchi del nemico in quell’ora decisiva. L’anima sarà protetta dalla mia presenza, essa resterà tranquilla malgrado tutte le insidie del nemico, e felice si slancerà verso le gioie eterne.”
Monastero di san Marziale, Gubbio.
Preghiera a San Benedetto da recitare quotidianamente
S. Benedetto mio caro padre, per quella dignità con la quale il Signore si degno di onorarti e beatificarti con una così gloriosa morte, ti prego di assistermi con la tua presenza nel momento della mia morte, beneficiandomi di tutte quelle promesse fatte alla Santa vergine Geltrude. Amen
dammi un'intelligenza che ti comprenda,
un animo che ti gusti,
una pensosità che ti cerchi,
una sapienza che ti trovi,
uno spirito che ti conosca,
un cuore che ti ami,
un pensiero che sia rivolto a te,
degli occhi che ti guardino,
una parola che ti piaccia,
una pazienza che ti segua,
una perseveranza che ti aspetti
Le origini della Medaglia di San Benedetto da Norcia (480-547) sono antichissime. Papa Benedetto XIV (1675-1758) ne ideò il disegno e col Breve del 1742 approvò la Medaglia concedendo delle indulgenze a coloro che la portano con fede. Sul diritto della Medaglia, San Benedetto tiene nella mano destra una Croce elevata verso il cielo e nella sinistra il libro aperto della santa Regola. Sull'altare é posto un calice dal quale esce un serpente per ricordare un episodio accaduto a San Benedetto: il Santo, con un segno di croce, avrebbe frantumato la coppa contenente il vino avvelenato datogli da monaci attentatori. Attorno alla Medaglia, sono coniate queste parole: «Eius in obitu nostro presentia muniamur» («Possiamo essere protetti dalla sua presenza nell'ora della nostra morte»). Sul rovescio della medaglia, figura la Croce di San Benedetto e le iniziali dei testi. Questi versi sono antichissimi. Essi appaiono in un manoscritto del XIV secolo a testimonianza della fede nella potenza di Dio e di San Benedetto. La devozione della Medaglia o Croce di San Benedetto, divenne popolare intorno al 1050, dopo la guarigione miracolosa del giovane Brunone, figlio del conte Ugo di Eginsheim, in Alsazia. Brunone, secondo alcuni, fu guarito da una grave infermità, dopo che gli fu offerta la medaglia di San Benedetto. Dopo la guarigione, divenne monaco benedettino e poi Papa: fu San Leone IX, morto nel 1054. Tra i propagatori bisogna annoverare anche San Vincenzo de' Paoli (1581-1660).
I fedeli hanno sperimentato la sua potente efficacia mediante l intercessione di San Benedetto, nei seguenti casi:
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contro i malefici e le altre opere diaboliche;
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per allontanare da qualche luogo gli uomini male intenzionati;
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per curare e sanare gli animali dalla peste oppure oppressi dal maleficio;
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per tutelare le persone dalle tentazioni, dalle illusioni e vessazioni del demonio specie quelle contro la castità;
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per ottenere la conversione di qualche peccatore, particolarmente quando si trova in pericolo di morte;
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per distruggere o rendere inefficace il veleno;
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per allontanare la pestilenza;
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per restituire la salute a quelli che soffrono di calcolosi, di dolori ai fianchi, di emorragie, di emottisi; a quanti sono morsi da animali contagiosi;
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per ottenere l'aiuto divino alle mamme in attesa onde evitare l'aborto;
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per salvare dai fulmini e dalle tempeste.
SIGNIFICATO della MEDAGLIA CROCE :
C.S.P.B.
Crux Sancti Patris Benedicti
Croce del Santo Padre Benedetto
C.S.S.M.L.
Crux Sacra Sit Mihi Lux
La Croce Santa sia la mia luce.
N.D.S.M.D.
Non Drago Sit Mihi Dux
Non sia il demonio il mio condottiero
V.R.S.
Vade Retro, Satana!
Allontanati, Sanata!
N.S.M.V.
Numquam Suade Mihi Vana
Non mi attirare alle vanità
S.M.Q.L.
Sunt Mala Quae Libas
Son mali le tue bevande
I.V.B.
Ipse Venena Bibas
Bevi tu stesso i tuoi veleni.
Benedizione della Medaglia di San Benedetto
(Può essere recitata solo da un sacerdote )
Io ti esorcizzo per Dio + Padre Onnipotente, che ha fatto il cielo e la terra, il mare e tutto ciò che si trova in essi: ogni potenza del nemico, tutto l'esercito del diavolo, ogni influenza di Satana sia strappato e sia messo in fuga da questa medaglia, affinché a tutti coloro che ne faranno uso, procuri la salvezza dell'anima e la salute del corpo. Te lo chiediamo nel nome di Dio Padre + Onnipotente, di Gesù Cristo + suo Figlio e Signore nostro e dello Spirito Santo + Consolatore e nell'amore del medesimo Signore nostro Gesù Cristo, che verrà a giudicare i vivi e i morti e regnerà nei secoli dei secoli. Amen.
Benedizione della Medaglia di San Benedetto
Le medaglie di San Benedetto possono essere benedette da qualsiasi sacerdote o diacono, non necessariamente benedettino (Istr.,26 settembre 1964,Canone 1168)
La formula è la seguente:
Il nostro aiuto è nel nome del Signore
Che ha fatto il cielo e la terra
Nel nome di Dio Padre Onnipotente, che ha fatto il cielo e la terra, i mari e tutto ciò che è in essi, esorcizzo queste medaglie contro il potere e gli attacchi del malvagio. Possano tutti coloro che usano devotamente queste medaglie essere benedetti con la salute dell’anima e del corpo. Nel nome del Padre Onnipotente, del figlio Gesù Cristo nostro Signore e dello Spirito Santo e nell’amore dello stesso Signore Gesù Cristo che verrà l’ultimo giorno per giudicare i vivi e i morti e il mondo dal fuoco.
Amen.
Preghiamo.
Dio Onnipotente, fonte sconfinata di tutte le cose buone, umilmente chiediamo che, tramite l’intercessione di San Benedetto, riverso le tue benedizioni su queste medaglie. Possano coloro che le usano impegnarsi devotamente e seriamente per compiere opere buone, essere benedetti da te con la salute dell’anima e del corpo, la grazia di una vita santa e la remissione delle pene temporali dovute al peccato. Possano essi anche con l’aiuto del tuo amore misericordioso, resistere alla tentazione del malvagio e sforzarsi di esercitare la vera carità e giustizia verso tutti, in modo che un giorno possano apparire senza peccato e santi ai tuoi occhi. Questo chiediamo per Cristo nostro Signore.
Amen.
San Benedetto da Norcia (Norcia, 480 circa - Montecassino 547 circa), fondatore dell'ordine dei Benedettini. Viene venerato da tutte le chiese cristiane che riconoscono il culto dei santi. San Gregorio Magno, nel II Libro de I Dialoghi - l'unica nostra fonte storica sul santo di Norcia -, delinea il percorso della sua vita e la sua fisionomia spirituale.
San Benedetto da Norcia, fratello di Santa Scolastica, nacque verso il 480 d.C., da un'agiata famiglia romana. A Norcia egli trascorse gli anni dell'infanzia e della fanciullezza.
Adolescente fu mandato a Roma a compiere i suoi studi, ma, sconvolto dalla vita dissoluta della città, ritrasse il piede che aveva appena posto sulla soglia del mondo per non precipitare anche lui totalmente nell'immane precipizio. Disprezzò quindi gli studi letterari, abbandonò la casa e i beni paterni e cercò l'abito della vita monastica perché desiderava di piacere soltanto a Dio.
All'età di 17 anni, insieme con la sua nutrice, si ritirò nella valle dell'Aniene presso Enfide (l'attuale Affile), dove compì il primo miracolo riparando un vaglio rotto dalla stessa nutrice. Lasciò poi la nutrice e si avviò verso la valle di Subiaco, presso gli antichi resti di una villa neroniana. A Subiaco incontrò il monaco di un vicino monastero di nome Romano, che, vestitolo degli abiti monastici, gli indicò una grotta impervia del Monte Taleo (attualmente contenuta all'interno del Monastero del Sacro Speco) dove Benedetto visse da eremita per circa tre anni, fino alla Pasqua dell'anno 500. Conclusa l'esperienza eremitica, accettò di fare da guida ad altri monaci in un ritiro cenobitico presso Vicovaro, ma, dopo un tentativo di avvelenamento, tornò a Subiaco. Qui rimase per quasi trenta anni, predicando la "parola del Signore" ed accogliendo discepoli sempre più numerosi, fino a creare una vasta comunità di dodici monasteri, ognuno con dodici monaci ed un proprio abate, tutti sotto la sua guida spirituale.
Intorno al 529, a seguito dell'irriducibile ostilità di un tal prete Fiorenzo, Benedetto decise di abbandonare Subiaco. Si diresse verso Cassino dove, sopra un'altura, fondò il monastero di Montecassino, edificato sopra i resti di templi pagani e con oratori in onore di san Giovanni Battista, da sempre ritenuto un modello di pratica ascetica, e di san Martino di Tours, celebre monaco e vescovo della Gallia.
Nel monastero di Montecassino Benedetto compose la sua Regola verso il 540. Prendendo spunto dalla tradizione monastica precedente - Padri del deserto, Cassiano, Basilio, Agostino, probabilmente l'anonima Regula Magistri - egli combinò l'insistenza sulla buona disciplina con il rispetto per la personalità umana e le capacità individuali, nell'intenzione di fondare una scuola del servizio del Signore, in cui speriamo di non ordinare nulla di duro e di rigoroso.
La Regola, umana e saggia sintesi del Vangelo, nella quale si organizza nei minimi particolari la vita dei monaci all'interno di una "corale" celebrazione dell'Opus Dei, cioè della liturgia quotidiana, diede nuova ed autorevole sistemazione alla complessa, ma spesso vaga e imprecisa, precettistica monastica precedente. I due cardini della vita comunitaria sono il concetto di stabilitas loci (l'obbligo di risiedere per tutta la vita nello stesso monastero contro il vagabondaggio allora piuttosto diffuso di monaci più o meno "sospetti") e la conversatio, cioè la buona condotta morale, la carità reciproca e l'obbedienza all'abate, il "padre amoroso" (il nome deriva proprio dal siriaco abba, "padre") mai chiamato superiore, e cardine di una famiglia ben ordinata che scandisce il tempo nelle varie occupazioni della giornata durante la quale la preghiera e il lavoro si alternano nel segno del motto ora et labora ("prega e lavora"), con il sostegno della lectio divina, cioè la meditazione della Parola di Dio.
A Montecassino Benedetto morì, secondo la tradizione, il 21 marzo 547, quaranta giorni circa dopo la scomparsa di sua sorella Scolastica con la quale ebbe comune sepoltura; secondo il racconto di S. Gregorio Magno, spirò in piedi, sostenuto dai suoi discepoli, dopo aver ricevuto la comunione e con le braccia sollevate in preghiera, mentre li benediceva e li incoraggiava. Le diverse comunità benedettine ricordano la ricorrenza della morte del loro fondatore il 21 marzo, mentre la Chiesa romana ne celebra ufficialmente la festa l'11 luglio, da quando papa Paolo VI ha proclamato san Benedetto da Norcia patrono d'Europa il 24 ottobre 1964. La Chiesa Ortodossa celebra la sua ricorrenza il 14 marzo.