12 Giugno: inizio della novena a San Luigi Gonzaga e pratica delle sei domeniche
Pia pratica diffusa da San Giovanni Bosco
testo tratto da: il Giovane Provveduto
I Romani Pontefici a fine di accrescere il culto di questo gran Santo concedettero Indulgenza Plenaria a tutti quelli, che santificheranno sei Domeniche consecutive ad onore di Lui. Queste Domeniche possono scegliersi prima o dopo la Festa, o nel corso dell’anno, purchè uno si accosti ai santi Sacramenti della Confessione e della Comunione, e faccia in quel giorno qualche opera di pietà. Questa Indulgenza si può lucrare in ciascuna delle Domeniche suddette, e si può anche applicare alle Anime del Purgatorio.
PRIMO GIORNO (oppure: PRIMA DOMENICA)
San Luigi piange i suoi peccati.
Quantunque si possa dire che S. Luigi non abbia mai commesso peccato deliberato, tuttavia pianse amaramente ciò, che egli riputava offesa di Dio. In età di quattro o cinque anni prese un po’ di polvere ad alcuni soldati di suo padre per sparare un pezzetto d’artiglieria, e proferì alcune parole sconvenevoli. Per questo egli pianse per tutta la vita, e quando se ne confessò la prima volta svenne appiè del Confessore, nè mai poteva ricordarsene senza lacrime. Anzi le rigorose penitenze, le dure mortificazioni, gli austeri e prolungati digiuni, gli erano inspirati non solo dall’amor di Dio, ma dal desiderio di punire l’innocente suo corpo di quelle mancanze commesse nella sua tenera età.
Qual rossore per noi, che abbiamo commessi tanti e tanto gravi peccati eppure ce ne ridiamo senza dar alcun segno di pentimento! Ah! se si considerasse che un solo peccato oltraggia un Dio d’infinita bontà, ci fa indegni del Paradiso, che contiene tutti i beni, ci rende meritevoli dell’Inferno, luogo di tutti i mali, chi mai potrebbe a tale considerazione trattenere le lacrime? Questo pensiero è appunto quello, che faceva piangere san Luigi.
Giaculatoria.
Amabile mio Protettore, Voi, che aveste sì poco da piangere e tuttavia piangeste a lacrime sì amare e continuate, fate, che io pianga le mie colpe e le detesti, a fine di ottenerne da Dio il perdono.
Pratica.
Se trovate la vostra coscienza rea di qualche peccato, chiedetene di cuore perdono al Signore con promessa di confessarvene al più presto possibile.
Preghiera.
Luigi Santo, di angelici costumi adorno, io indegno vostro devoto, umilmente prostrato dinanzi a Voi, adoro quella Maestà infinita, che vi elevò a tanta gloria: benedico mille volte la SS. Trinità, che vi concesse un’innocenza così illibata e vi adornò di tante eroiche virtù. Deh! per tanti doni sovrumani, per quella innocenza e penitenza, per quell’amore, che portaste a Dio in terra, vi prego umilmente a volermi oggi ricevere fra i vostri devoti, e ottenermi vera contrizione dei miei peccati, purità di cuore lontana da ogni colpa ed offesa del mio Dio. Vi supplico di essere il mio protettore in ogni azione in vita e specialmente in punto di morte, quando avrò maggior bisogno del vostro patrocinio. E Voi, grande Regina del Cielo, Maria, che tanto amaste e favoriste Luigi mentre viveva in terra, rendete efficaci queste mie preghiere, esauditele Voi, non per mio merito, ma pei meriti del vostro servo Luigi e pel vostro materno amore. Fate, o cara Madre, che io possa imitare san Luigi in vita, e dopo una santa morte essere partecipe di quella felicità, che in compagnia dei Beati si gode in Cielo per tutti i secoli dei secoli. Così sia.
Un Pater, Ave e Gloria.
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SECONDO GIORNO (oppure: SECONDA DOMENICA)
Penitenze di s. Luigi.
La vita di s. Luigi è un complesso delle virtù più pure ed eroiche, che conservò e perfezionò colle più rigide penitenze. Ancor fanciullo macerava le innocenti sue carni con assidui digiuni. Giunse a restringere il suo cibo ad un’oncia al giorno. Flagellavasi a sangue; metteva sotto le lenzuola pezzetti di legno per tormentarsi anche nel sonno; sotto le vesti nascondeva speroni da cavallo, perchè non aveva cilici; cercava il maggior suo incomodo nello stare, nel sedere, nel camminare. Anzi andò tant’oltre l’ardore di penitenza in s. Luigi, che essendo moribondo chiese con lacrime al suo Superiore di essere in quell’ora estrema senza compassione flagellato da capo a piedi. Il che non avendo ottenuto, supplicò di essere almeno gettato sulla nuda terra, e così poter morire da vero penitente per amore di Gesù Cristo, che era morto per Lui sopra il duro legno della croce.
Se Luigi, principe delicato, di sanità cagionevole, puro ed innocente, faceva tante penitenze, quale confusione non deve mai essere per que’ giovani, i quali cercano mille pretesti per fuggire ogni occasione di mortificare il loro corpo, fare qualche astinenza per amore di quel Dio, che tanto patì per noi!
Giaculatoria.
Glorioso san Luigi, intercedetemi un vivo desiderio di far penitenza dei miei peccati, affinchè non m’accada la disgrazia di doverli poi scontare nell’altra vita tra le pene dell’Inferno o del Purgatorio.
Pratica.
Non differite la penitenza alla vecchiaia, quando le forze non la comportano più. A chi poi vi dice, che non conviene usare tanto rigore contro del vostro corpo, rispondete: Chi non vuole patire con Gesù Cristo in terra, non potrà godere con Gesù Cristo in Cielo.
Preghiera.
Luigi Santo, di angelici costumi adorno, io indegno vostro devoto, umilmente prostrato dinanzi a Voi, adoro quella Maestà infinita, che vi elevò a tanta gloria: benedico mille volte la SS. Trinità, che vi concesse un’innocenza così illibata e vi adornò di tante eroiche virtù. Deh! per tanti doni sovrumani, per quella innocenza e penitenza, per quell’amore, che portaste a Dio in terra, vi prego umilmente a volermi oggi ricevere fra i vostri devoti, e ottenermi vera contrizione dei miei peccati, purità di cuore lontana da ogni colpa ed offesa del mio Dio. Vi supplico di essere il mio protettore in ogni azione in vita e specialmente in punto di morte, quando avrò maggior bisogno del vostro patrocinio. E Voi, grande Regina del Cielo, Maria, che tanto amaste e favoriste Luigi mentre viveva in terra, rendete efficaci queste mie preghiere, esauditele Voi, non per mio merito, ma pei meriti del vostro servo Luigi e pel vostro materno amore. Fate, o cara Madre, che io possa imitare san Luigi in vita, e dopo una santa morte essere partecipe di quella felicità, che in compagnia dei Beati si gode in Cielo per tutti i secoli dei secoli. Così sia.
Un Pater, Ave e Gloria.
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TERZO GIORNO (oppure: TERZA DOMENICA)
S. Luigi modello nella virtù della Purità.
Ogni virtù da s. Luigi fu portata al grado eroico, ma più di tutte in Lui risplendette la virtù della Purità. Veniva ordinariamente chiamato col nome di Angioletto, o di Angelo in carne, o giovane Angelico. Qualora in qualche conversazione si facessero discorsi meno puri, al sopraggiungere di Luigi nessuno più ardiva di proseguirli, credendo di offendere la sua modestia, il suo candore. Conviene per altro notare, che per conservare una virtù sì bella egli custodiva gelosamente tutti i sensi esterni, ma specialmente gli occhi. Per più anni dovendo ogni dì trovarsi colla regina di Spagna qual paggio d’onore, non la mirò mai in faccia. Anzi colla propria madre stava sempre cogli occhi bassi, a segno di non sapere quale fisionomia ella avesse. Una volta in Chieri, invitato al ballo, fuggì sbigottito e si pose segretamente in una stanza a pregare e a flagellarsi a sangue. Aveva solo dieci anni, quando conosciuto il gran pregio di questa virtù, la offrì con voto alla Regina dei Vergini Maria Santissima nella chiesa dell’Annunziata in Firenze. Essa gradì quel voto per modo, che s. Luigi non provò mai tentazione contro questa virtù, ed ebbe la gloria di portare nell’altra vita senza macchia l’innocenza battesimale.
Giovani miei, se volete voi altresì conservare questa virtù che vi rende tanto cari a Dio, alla Beata Vergine ed agli Angeli tutti, prendete per modello s. Luigi, mettetevi come lui sotto alla speciale protezione di questa Madre, ed Essa sarà la Custode fedele della vostra Purità. Oh quanto mai Ella ama ed accoglie le anime pure e caste più delle altre! Quante grazie loro concede! Ma questa virtù non si può conservare senza fuggire l’ozio, che è il padre di tutti i vizi, senza star lungi dai cattivi compagni, e custodire i sensi del corpo, specialmente gli occhi.
Giaculatoria.
Fate, o s. Luigi, che io fugga qual peste l’ozio e que’ compagni, i quali con i loro malvagi discorsi cercano la rovina dell’anima mia.
Pratica.
Stabilite oggi di non voler mai riguardare oggetti pericolosi nè parlare di cose contrarie alla virtù della Purità.
Preghiera.
Luigi Santo, di angelici costumi adorno, io indegno vostro devoto, umilmente prostrato dinanzi a Voi, adoro quella Maestà infinita, che vi elevò a tanta gloria: benedico mille volte la SS. Trinità, che vi concesse un’innocenza così illibata e vi adornò di tante eroiche virtù. Deh! per tanti doni sovrumani, per quella innocenza e penitenza, per quell’amore, che portaste a Dio in terra, vi prego umilmente a volermi oggi ricevere fra i vostri devoti, e ottenermi vera contrizione dei miei peccati, purità di cuore lontana da ogni colpa ed offesa del mio Dio. Vi supplico di essere il mio protettore in ogni azione in vita e specialmente in punto di morte, quando avrò maggior bisogno del vostro patrocinio. E Voi, grande Regina del Cielo, Maria, che tanto amaste e favoriste Luigi mentre viveva in terra, rendete efficaci queste mie preghiere, esauditele Voi, non per mio merito, ma pei meriti del vostro servo Luigi e pel vostro materno amore. Fate, o cara Madre, che io possa imitare san Luigi in vita, e dopo una santa morte essere partecipe di quella felicità, che in compagnia dei Beati si gode in Cielo per tutti i secoli dei secoli. Così sia.
Un Pater, Ave e Gloria.
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QUARTO GIORNO (oppure: QUARTA DOMENICA)
San Luigi staccato dai beni della terra.
Ogni bene terreno fu stimato da s. Luigi come cosa da nulla. Egli leggeva con spavento le parole del Salvatore, il quale dice essere più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco abbia a salvarsi. Perciò compiangeva i ricchi e i grandi del mondo, i quali vanno dietro ai beni sì vili e caduchi, e che sovente per un po’ di danaro o per un palmo di terreno perdono la loro eterna felicita. Disprezzava ogni umano rispetto, e sebbene più volte deriso e burlato, tuttavia, lasciando che ognuno parlasse a suo talento, si manteneva costante nel praticare le cose riguardanti alla gloria di Dio ed alla salvezza dell’anima. Ma alla vista dei grandi pericoli, che portano sempre seco le ricchezze e le grandezze terrene, deliberò di romperla interamente col mondo e darsi tutto al Signore. A tale effetto rinunciò al principato, abbandonò i parenti, gli amici, e, dopo moltissimi contrasti da parte degli uni e degli altri, abbracciò lo stato religioso, in cui pervenne al più alto grado di cristiana perfezione.
Se vogliamo anche noi distaccare il nostro cuore dalle vanità del mondo ed affezionarci alle cose di Dio, cominciamo dal disprezzare i beni terreni, che come pungenti spine e lacci funesti ci sono d’impedimento alla nostra eterna salute; stimiamo soltanto quello, che giova a condurci alla beata eternità, dicendo con s. Luigi: Ciò, che non è eterno, è un niente: Quod aeternum non est, nihil est. Questo si otterrà facilmente, se dispregiando noi ogni rispetto umano attenderemo alle cose che riguardano all’onor di Dio, e specialmente alla frequenza dei Sacramenti della Confessione e Comunione, che sono i due mezzi più efficaci per distaccar il nostro cuore dalle cose terrene e innamorarlo delle celesti.
Giaculatoria.
Amabilissimo s. Luigi, per quella stretta unione che Voi aveste con Dio, fate, che il mio cuore per l’avvenire non pensi più ad altro che alle cose del Cielo, ed abbia sempre a vile quelle della terra.
Pratica.
Risolviamoci oggi di voler frequentare, per quanto ci è possibile, i Sacramenti della Confessione e Comunione, e di mettere in pratica i consigli del Confessore.
Preghiera.
Luigi Santo, di angelici costumi adorno, io indegno vostro devoto, umilmente prostrato dinanzi a Voi, adoro quella Maestà infinita, che vi elevò a tanta gloria: benedico mille volte la SS. Trinità, che vi concesse un’innocenza così illibata e vi adornò di tante eroiche virtù. Deh! per tanti doni sovrumani, per quella innocenza e penitenza, per quell’amore, che portaste a Dio in terra, vi prego umilmente a volermi oggi ricevere fra i vostri devoti, e ottenermi vera contrizione dei miei peccati, purità di cuore lontana da ogni colpa ed offesa del mio Dio. Vi supplico di essere il mio protettore in ogni azione in vita e specialmente in punto di morte, quando avrò maggior bisogno del vostro patrocinio. E Voi, grande Regina del Cielo, Maria, che tanto amaste e favoriste Luigi mentre viveva in terra, rendete efficaci queste mie preghiere, esauditele Voi, non per mio merito, ma pei meriti del vostro servo Luigi e pel vostro materno amore. Fate, o cara Madre, che io possa imitare san Luigi in vita, e dopo una santa morte essere partecipe di quella felicità, che in compagnia dei Beati si gode in Cielo per tutti i secoli dei secoli. Così sia.
Un Pater, Ave e Gloria.
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QUINTO GIORNO (oppure: QUINTA DOMENICA)
Amor di s. Luigi verso Dio.
S. Luigi nell’amore verso Dio fu un Serafino. Tanto ne era acceso, che al solo pensare o udir parlare delle cose del Signore quasi cadeva di sfinimento. Era poi singolare il suo amore a Gesù Crocifisso. Ogni volta che veniva da altri disprezzato, oppure pativa dolor di testa o altro incomodo di sanità, ne era lietissimo, e bramava patir di più per amor del Signore.
Quanto grande fu poi la sua tenerezza per Gesù Sacramentato! Passava più ore al giorno avanti l’altare del SS. Sacramento. Ancor giovinetto impiegava tre giorni a prepararsi alla Comunione, e tre giorni appresso per farne il ringraziamento. Fatto più grandicello si accostava ogni giorno alla santa Comunione, ma sempre con angelico fervore e con massimo raccoglimento. Nel ricevere poi l’Ostia Santa disciogliersi in tali lagrime e deliquii, che spesso non aveva più forze a levarsi da terra.
Da quale cosa deriva mai che noi proviamo sì poco gusto per le cose spirituali! Questo avviene dall’essere il nostro cuore poco innamorato di Gesù Crocifisso, e dall’accostarci troppo di rado alla SS. Comunione, o dall’accostarci indegnamente, oppure col cuore pieno d’affetti mondani; perchè è impossibile avvicinarsi a queste due inestinguibili fiamme dell’amor di Dio senza sentircene accesi e trovarne conforto e contento. Accostiamoci dunque per l’avvenire con cuore infiammato di viva carità e con atti ferventi di fede, di speranza e di amore; e allora proveremo anche noi quelle delizie e quelle contentezze che provava s. Luigi.
Giaculatoria.
O gran Serafino d’amore, fate che per l’avvenire altro più non voglia che amare Dio e a Lui solo servire.
Pratica.
Procurate di recitare le preghiere del mattino e della sera avanti l’immagine di Gesù Crocifisso e baciatela spesso. I Sommi Pontefici concedono molte indulgenze a chi bacia il Crocifisso.
Se potete, andate a far qualche visita a Gesù Sacramentato, specialmente dove è esposto per l’adorazione delle Quarant’ore.
Preghiera.
Luigi Santo, di angelici costumi adorno, io indegno vostro devoto, umilmente prostrato dinanzi a Voi, adoro quella Maestà infinita, che vi elevò a tanta gloria: benedico mille volte la SS. Trinità, che vi concesse un’innocenza così illibata e vi adornò di tante eroiche virtù. Deh! per tanti doni sovrumani, per quella innocenza e penitenza, per quell’amore, che portaste a Dio in terra, vi prego umilmente a volermi oggi ricevere fra i vostri devoti, e ottenermi vera contrizione dei miei peccati, purità di cuore lontana da ogni colpa ed offesa del mio Dio. Vi supplico di essere il mio protettore in ogni azione in vita e specialmente in punto di morte, quando avrò maggior bisogno del vostro patrocinio. E Voi, grande Regina del Cielo, Maria, che tanto amaste e favoriste Luigi mentre viveva in terra, rendete efficaci queste mie preghiere, esauditele Voi, non per mio merito, ma pei meriti del vostro servo Luigi e pel vostro materno amore. Fate, o cara Madre, che io possa imitare san Luigi in vita, e dopo una santa morte essere partecipe di quella felicità, che in compagnia dei Beati si gode in Cielo per tutti i secoli dei secoli. Così sia.
Un Pater, Ave e Gloria.
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SESTO GIORNO (oppure: SESTA DOMENICA)
Carità di san Luigi verso del prossimo.
L’amore verso il prossimo e la misura dell’amor di Dio. S. Luigi non solo aveva viscere di carità verso del prossimo, ma sapeva meravigliosamente sopportarne i difetti. Fin da fanciullo era si paziente agli insulti, agli oltraggi, alle villanie dei compagni, che, ben lontano dal mostrarsi offeso, gioiva; e chi più lo disprezzava più da lui era amato. Fin d’allora aveva imparate e meditate queste parole del Vangelo: Date in limosina il superfluo; perciò godeva nel dare ai poveri non solo il superfluo, ma nel privarsi ancora delle cose a Lui più care in loro sollievo. Quando poi sapeva che si trovava qualche poverello alla porta, subito lo andava a vedere, e tutto premuroso correva dalla marchesa sua madre per chiederle qualche cosa, e, ottenutala, voleva andarla a riporre egli stesso nelle mani del mendico. Questa carità era molto più ardente pei bisogni spirituali del prossimo. Ancora secolare portavasi nelle chiese ad insegnare il Catechismo agl’ignoranti, ne correggeva i costumi, e studiava di acquietarli nelle risse e nelle discordie. Fattosi religioso, percorreva la città di Roma ad istruire i mendici; li portava con sè da qualche Confessore, affinchè fossero assolti dalle loro colpe, e così rimessi in grazia di Dio. Non avendo più altro da offrire a Dio in favore del prossimo, se non la propria vita, questa offrì ancora. In una pestilenza avvenuta in Roma ottenne di andare a servire gli appestati, e dove più erano schifosi gli infetti, più volentieri Luigi prestava l’opera sua. Si metteva pure le tasche in collo, camminava per la città accattando limosina di porta in porta, indi se ne tornava all’ospedale per sovvenire quei miserabili, cui prestava ogni più basso servigio.
Anche noi, o giovani cari, possiamo imitare sì gran Santo nelle opere di carità, col sopportare i difetti dei nostri compagni e perdonar loro quando ne siamo oltraggiati. Ma questa carità sarà assai più grande, se insegneremo loro le cose della fede, o almeno li condurremo in quei luoghi, dove possano esserne istruiti. Quante anime potremo così levare dal sentiero della perdizione e rimetterle in quella strada, che le conduce a salvamento! Ed allora quante grazie ci otterrà da Dio s. Luigi!
Giaculatoria.
Amorosissimo s. Luigi, infiammate il mio cuore del vero amor del prossimo, onde cresca sempre più in me l’amor di Dio
Pratica.
Procurate di condurre qualche vostro compagno ad ascoltare la parola di Dio o ad accostarsi al Sacramento della Confessione.
Preghiera.
Luigi Santo, di angelici costumi adorno, io indegno vostro devoto, umilmente prostrato dinanzi a Voi, adoro quella Maestà infinita, che vi elevò a tanta gloria: benedico mille volte la SS. Trinità, che vi concesse un’innocenza così illibata e vi adornò di tante eroiche virtù. Deh! per tanti doni sovrumani, per quella innocenza e penitenza, per quell’amore, che portaste a Dio in terra, vi prego umilmente a volermi oggi ricevere fra i vostri devoti, e ottenermi vera contrizione dei miei peccati, purità di cuore lontana da ogni colpa ed offesa del mio Dio. Vi supplico di essere il mio protettore in ogni azione in vita e specialmente in punto di morte, quando avrò maggior bisogno del vostro patrocinio. E Voi, grande Regina del Cielo, Maria, che tanto amaste e favoriste Luigi mentre viveva in terra, rendete efficaci queste mie preghiere, esauditele Voi, non per mio merito, ma pei meriti del vostro servo Luigi e pel vostro materno amore. Fate, o cara Madre, che io possa imitare san Luigi in vita, e dopo una santa morte essere partecipe di quella felicità, che in compagnia dei Beati si gode in Cielo per tutti i secoli dei secoli. Così sia.
Un Pater, Ave e Gloria.
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SETTIMO GIORNO
(Tre considerazioni per completare la Novena di S. Luigi.)
S. Luigi si diede per tempo a Dio.
Per lo più non si conosce il pregio della divina grazia, se non quando si è perduta; e molti non hanno più alcun mezzo di rimediare al passato, se non col piangere i peccati commessi. Di s. Luigi non fu così. Appena potè conoscere Iddio, subito incominciò ad amarlo. Le prime sue voci fecero risuonare i dolci nomi di Gesù e di Maria; le prime inclinazioni furono per la pietà; i primi trattenimenti furono esercizi di sincera devozione; il qual tenore di vita proseguì finchè visse. Questo mio figliuolo, testificò sua madre, fu sempre un angioletto. Dai sette anni di età fino alla morte sempre tenne una vita virtuosa, una vita angelica, e fu vero modello di santità.
Quanto mai piace al Signore l’essere servito singolarmente in tempo di gioventù! Figli, Egli ci dice, ricordatevi di me nei primi anni di vostra vita. Datene a me le primizie; non vogliate dare al demonio i vostri anni più belli, e a me riserbare gli avanzi di una vita peccaminosa. S. Luigi ascoltò questa voce, e il Signore lo colmò di tante grazie, che divenne un gran Santo. Se egli avesse ritardato sino all’età avanzata per darsi a Dio, non avrebbe senza dubbio raggiunto sì eminente grado di santità, giacchè morì molto giovane, e forse non si sarebbe neppure salvato.
Perchè dunque non consacrare al Signore questo tempo di nostra gioventù, che gli è di tanto gradimento? Perchè differir di giorno in giorno ad abbandonare il peccato, e a cominciar una vita da fedele cristiano? Tutti quelli, che ora si trovano nell’Inferno, avevano volontà di darsi poi una volta a Dio; ma la morte li prevenne e si sono perduti per sempre.
Orsù dunque diamoci a Dio, ma diamoci adesso, che siamo in buona età, mentre siamo ancora a tempo; perchè colui, il quale si mette per la buona strada in gioventù, è sicuro di camminare per quella sino al fine della vita.
Giaculatoria.
Fate, o glorioso s. Luigi, che io pianga il tempo perduto, e che quello, che il Signore mi concederà, tutto lo possa per Lui impiegare.
Pratica.
Fuggite l’ozio, che è la cagione funesta di tanto tempo perduto, e cominciate oggi una vita nuova, che piaccia al Signore.
Preghiera.
Luigi Santo, di angelici costumi adorno, io indegno vostro devoto, umilmente prostrato dinanzi a Voi, adoro quella Maestà infinita, che vi elevò a tanta gloria: benedico mille volte la SS. Trinità, che vi concesse un’innocenza così illibata e vi adornò di tante eroiche virtù. Deh! per tanti doni sovrumani, per quella innocenza e penitenza, per quell’amore, che portaste a Dio in terra, vi prego umilmente a volermi oggi ricevere fra i vostri devoti, e ottenermi vera contrizione dei miei peccati, purità di cuore lontana da ogni colpa ed offesa del mio Dio. Vi supplico di essere il mio protettore in ogni azione in vita e specialmente in punto di morte, quando avrò maggior bisogno del vostro patrocinio. E Voi, grande Regina del Cielo, Maria, che tanto amaste e favoriste Luigi mentre viveva in terra, rendete efficaci queste mie preghiere, esauditele Voi, non per mio merito, ma pei meriti del vostro servo Luigi e pel vostro materno amore. Fate, o cara Madre, che io possa imitare san Luigi in vita, e dopo una santa morte essere partecipe di quella felicità, che in compagnia dei Beati si gode in Cielo per tutti i secoli dei secoli. Così sia.
Un Pater, Ave e Gloria.
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OTTAVO GIORNO
S. Luigi modello nella preghiera.
I doni e le virtù sublimi, di cui era adorno san Luigi, bisogna dire che erano anche frutto delle sue preghiere. Illuminato da Dio sapeva che quanto gli domandiamo per l’ anima ci viene concesso: Petite, et accipietis.
Appena potè articolare qualche parola di devozione suggeritagli dalla madre. Egli ne rimase altamente affezionato. A quattro anni si assentava dalla presenza altrui, e, fatto cercare, veniva trovato in qualche nascondiglio, ove a terra genuflesso colle sue manine giunte dinanzi al petto fervorosamente pregava; e quantunque forte chiamato con difficoltà poteva udire ciò che da lui si voleva, tanto era il diletto, che provava in trattenersi con Dio. Spesse volte si alzava di letto nella notte, e nel cuore dell’inverno se ne stava molte ore pregando. Questo tenore di vita col crescere degli anni divenne sempre più perfetto, e arrivò ad ottenere il raro privilegio di non essere più distratto nelle sue orazioni. Anzi bisognava che si facesse grande violenza per cessare dalla preghiera. Con questo mezzo giunse a quel sublime grado di santità, che si può quasi dire senza esempio.
Procuriamo anche noi di acquistare questo spirito di preghiera. In ogni nostro bisogno, nelle tribolazioni, nelle disgrazie, nell’intraprendere qualche azione difficile non tralasciamo mai di ricorrere prima a Dio. Ma soprattutto nei bisogni dell’anima ricorriamo a Lui con fiducia, e saremo esauditi. Preghiamo altresì il Signore, che ci faccia conoscere in quale stato Egli vuol essere servito da noi, affinchè possiamo spender bene quel tempo, che Egli pose in nostro potere, e da cui dipende la nostra eterna salvezza.
Giaculatoria.
Ottenetemi, o glorioso s. Luigi, una scintilla del vostro fervore, e fate che sempre cresca in me lo spirito di preghiera e di devozione.
Pratica.
Procurate per l’avvenire di recitare sempre con devozione e con raccoglimento le preghiere del mattino e della sera.
Preghiera.
Luigi Santo, di angelici costumi adorno, io indegno vostro devoto, umilmente prostrato dinanzi a Voi, adoro quella Maestà infinita, che vi elevò a tanta gloria: benedico mille volte la SS. Trinità, che vi concesse un’innocenza così illibata e vi adornò di tante eroiche virtù. Deh! per tanti doni sovrumani, per quella innocenza e penitenza, per quell’amore, che portaste a Dio in terra, vi prego umilmente a volermi oggi ricevere fra i vostri devoti, e ottenermi vera contrizione dei miei peccati, purità di cuore lontana da ogni colpa ed offesa del mio Dio. Vi supplico di essere il mio protettore in ogni azione in vita e specialmente in punto di morte, quando avrò maggior bisogno del vostro patrocinio. E Voi, grande Regina del Cielo, Maria, che tanto amaste e favoriste Luigi mentre viveva in terra, rendete efficaci queste mie preghiere, esauditele Voi, non per mio merito, ma pei meriti del vostro servo Luigi e pel vostro materno amore. Fate, o cara Madre, che io possa imitare san Luigi in vita, e dopo una santa morte essere partecipe di quella felicità, che in compagnia dei Beati si gode in Cielo per tutti i secoli dei secoli. Così sia.
Un Pater, Ave e Gloria.
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NONO GIORNO
Preziosa morte di s. Luigi.
Le cose, che ci possono turbare in punto di morte, sono specialmente i peccati della vita passata, e il timore dei castighi divini nell’altra vita. San Luigi niente di ciò aveva a temere. La sua vita era stata un continuo pensare alla morte, che considerava come unico mezzo per finire l’esilio di questo mondo e andare al possesso dei beni celesti. Dopo tanti digiuni, dopo così rigide mortificazioni, austerità, continue meditazioni e preghiere, insomma dopo una vita veramente angelica, che aveva tenuto, quali cose aveva ancor a temere? Ed è perciò che all’avviso di morire cantava il Te Deum, e pieno di allegrezza andava ripetendo: Laetantes imus. Seppe da Dio l’istante di sua morte, e dopo goduta la gloria del Paradiso nell’estasi di una notte, che a Lui parve un momento, promettendo a tutti gli astanti che avrebbe eseguito le loro commissioni presso Dio, presso Maria Santissima e presso altri Santi, nel bacio di Gesù Crocifisso placidamente spirò. Che bel morire!
Ci piace senza dubbio la morte preziosa di san Luigi. Se la vogliamo, sarà tale anche per noi. Ma badiamo che al punto di morte si raccoglie quello, che abbiamo seminato nel corso della vita. Se abbiamo fatto opere buone, beati noi! la morte ci riuscirà di contento, e il Paradiso ci sarà aperto per sempre. Al contrario guai a noi! avremo rimorsi di coscienza nel punto di morte, ed un Inferno che ci aspetta per tutta la eternità: Quae enim seminaverit homo, haec et metet.
Giaculatoria.
Ottenetemi, o glorioso s. Luigi, di poter vivere da buon cristiano per fare una santa morte.
Pratica.
Pensate ogni sera se doveste morire in quella notte quale sarebbe la vostra morte.
Preghiera.
Luigi Santo, di angelici costumi adorno, io indegno vostro devoto, umilmente prostrato dinanzi a Voi, adoro quella Maestà infinita, che vi elevò a tanta gloria: benedico mille volte la SS. Trinità, che vi concesse un’innocenza così illibata e vi adornò di tante eroiche virtù. Deh! per tanti doni sovrumani, per quella innocenza e penitenza, per quell’amore, che portaste a Dio in terra, vi prego umilmente a volermi oggi ricevere fra i vostri devoti, e ottenermi vera contrizione dei miei peccati, purità di cuore lontana da ogni colpa ed offesa del mio Dio. Vi supplico di essere il mio protettore in ogni azione in vita e specialmente in punto di morte, quando avrò maggior bisogno del vostro patrocinio. E Voi, grande Regina del Cielo, Maria, che tanto amaste e favoriste Luigi mentre viveva in terra, rendete efficaci queste mie preghiere, esauditele Voi, non per mio merito, ma pei meriti del vostro servo Luigi e pel vostro materno amore. Fate, o cara Madre, che io possa imitare san Luigi in vita, e dopo una santa morte essere partecipe di quella felicità, che in compagnia dei Beati si gode in Cielo per tutti i secoli dei secoli. Così sia.
Un Pater, Ave e Gloria.