6 Aprile : San Pietro da Verona, domenicano e martire - preghiere e vita
Preghiera a San Pietro da Verona
del Card. Schuster, Arcivescovo di Milano
(Indulgenza di 300 giorni) Preghiera dettata da E. Em.za il Card. Ildefonso Schuster (1880-1954), Arcivescovo di Milano
O Dio, che al Beato Sacerdote e Martire tuo Pietro concedesti la grazia di vergare col suo sangue quel Simbolo di Fede che, appreso diligentemente da fanciullo, divenuto poi predicatore del tuo Vangelo, imperterrito predicò ai popoli contro l’eretico errore, deh! per le sue preghiere concedi alla tua Chiesa di predicare fedelmente la tua Cattolica Fede e di confermarla con le opere. Per Cristo nostro Signore.
Preghiera a San Pietro da Verona
del Card. Giovanni Battista Nasalli Rocca di Corneliano, Arcivescovo di Bologna (Bologna, 22 febbraio 1952 Concediamo l’indulgenza di 300 giorni. † Giovanni Battista Card. Nasalli Rocca di Corneliano, Arcivescovo di Bologna )
O sapienza increata, che preservasti San Pietro dagli errori dell’eresia in cui nacque e gli comunicasti la luce della vera Fede, illumina per intercessione del glorioso Martire il nostro intelletto affinché resti immune dagli errori che ci circondano e siamo pronti a difendere l’integrità della Santa Fede.
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, come era nel principio, ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
O Spirito d’Amore, che accendesti nel cuore di San Pietro quell’ardente carità verso il prossimo che gli fece compiere generosamente il supremo sacrificio di sé per il bene dei fratelli, infondi per i meriti del Santo Martire nel nostro cuore lo zelo della salvezza di tutte le anime e particolarmente di quelle a noi più care.
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, come era nel principio, ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
O Dio onnipotente, che comunicasti a San Pietro il desiderio e la forza di versare il sangue per la tua gloria e la salvezza dei fratelli, concedici d’imitare il glorioso Martire con la professione aperta della nostra Fede e la costante corrispondenza della nostra vita agl’insegnamenti di Gesù e della sua Santa Chiesa. Così sia.
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, come era nel principio, ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
VITA DEL SANTO
Nato da genitori eretici manichei, avendo studiato in scuole cattoliche ed entrato nell’Ordine, anelò sempre (verrebbe da pensare ad una ribellione edipica) alle sante lotte per la fede! Tanto che un giorno, confidò a un confratello che da quando era sacerdote, celebrando la S. Messa, alla elevazione del calice aveva sempre chiesto al Signore la grazia di morire martire! Nominato nel 1242 Inquisitore Generale per la Lombardia, combatté senza posa gli eretici, soprattutto con la spada della divina parola, finché fu ucciso per loro mano, come egli aveva predetto, sulla strada da Como a Milano. Nacque a Verona alla fine del sec. XII in una famiglia eretica, ma già ragazzino si oppose ai suoi parenti. Continuò gli studi all’Università di Bologna dove poi entrò nell’Ordine Domenicano, quando s. Domenico era ancora in vita. Notizie storiche lo citano come grande partecipe nella fondazione delle Società della Fede e delle Confraternite Mariane a Milano, Firenze ed a Perugia; queste istituzioni a difesa della dottrina cristiana sorsero poi presso molti conventi domenicani; questo fra il 1232 e 1234.
Dal 1236 lo si incontra in tutte le città centro-settentrionali d’Italia come grande predicatore contro l’eresia dualistica, ma Milano fu il campo principale del suo apostolato, le sue prediche e le sue pubbliche dispute con gli eretici, erano accompagnate da miracoli e profezie così molti ritornavano alla vera fede del Vangelo. Il papa Innocenzo IV nel 1251 lo nominò inquisitore per le città di Milano e Como. La lotta fu dura perché l’eresia era molto diffusa e nella domenica delle Palme 24 marzo 1252 durante una predica egli predisse la sua morte per mano degli eretici che tramavano contro di lui, assicurando i fedeli che li avrebbe combattuto più da morto che da vivo. I capi delle sette delle città di Milano, Bergamo, Lodi e Pavia, assunsero come esecutori, i killer di allora, Pietro da Balsamo detto Carino e Albertino Porro di Lentate. Essi prepararono un agguato vicino a Meda, in un bosco, dove Pietro, Domenico e altri due domenicani, nel loro tragitto da Como a Milano il 6 aprile 1252 si erano fermati a colazione prima di proseguire per la loro strada.
Albertino, pare ricredendosi, abbandonò l’opera e fu il solo Carino che con un "falcastro", tipo di falce, spaccò la testa di Pietro, immergendogli anche un lungo coltello nel petto. L’altro confratello Domenico ebbe parecchie ferite mortali che lo portarono alla morte sei giorni dopo nel convento delle Benedettine di Meda. Il corpo di Pietro fu trasportato subito a Milano, dove ebbe esequie trionfali e fu sepolto nel cimitero dei Martiri, vicino al convento di s. Eustorgio. E qui si conservano ancora la roncola ed il pugnale dell’assassinio. In quello stesso giorno si diffondevano notizie di miracoli. Tra queste grazie, bisogna annoverare la conversione del vescovo eretico Daniele da Giussano, che aveva macchinato la sua morte e dello stesso assassino Carino che entrarono poi in un convento dell’Ordine Domenicano. Il grande clamore suscitato dall’uccisione ed i tanti prodigi che avvenivano fecero sì che da tutte le parti si chiedesse un’innalzamento agli altari del martire.
Il suo culto ebbe grande espansione, i domenicani eressero chiese e cappelle a lui dedicate in tutto il mondo, le Confraternite ebbero in ciò un’importanza notevole. Artisti furono chiamati a realizzare opere d’arte, come il monumento marmoreo del 1339 del pisano Giovanni Balduccio a Milano e la grandiosa chiesa di Verona detta di Santa Anastasia. Parecchie città italiane lo elessero a loro protettore come Verona, Vicenza, Cremona, Como, Piacenza, Cesena, Spoleto, Rieti, Recanati. E’ raffigurato con la tonaca domenicana, con la palma del martirio, con la ferita sanguinante dalla fronte al capo, oppure con una roncola che penetra nel cranio, con il pugnale infitto al petto o ai fianchi, secondo l’estro dell’artista. E’ uno dei santi più raffigurati, quasi tutti gli artisti si cimentarono a dipingerlo dal 1253 in poi, visto la grande diffusione che aveva l’Ordine Domenicano sia in chiese, che conventi, congregazioni, ecc. La sua data di culto è il 6 aprile, mentre l'Ordine Domenicano lo ricorda il 4 giugno.