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Pubblicato da La gioia della preghiera

 

PRIMO GIORNO - 22 aprile

Gesù sta al centro della nostra vita

Al centro della nostra vita sta Gesù Cristo. È Lui il nostro salvatore, il nostro esempio e la nostra speranza. La sua speranza, la sua parola, il suo amore guidò costantemente la vita di san Riccardo nelle giornate liete come in quelle tristi.

 

Così ne ha parlato san Paolo:

“È lui l’immagine del Dio invisibile, primogenito di tutta la creazione; poiché in lui furono create tutte le cose nei cieli e sulla terra, quelle visibili e invisibili… Egli è anche il capo del corpo, cioè la Chiesa. È lui principio, primogenito di quelli che risorgono dai morti, per essere primo fra tutti. Perché è piaciuto a Dio che abiti in lui ogni pienezza e che per mezzo di lui e i vista di lui siano riconciliate tutte le cose, pacificando con il sangue della sua croce sia le cose che stanno sulla terra, sia quelle che stanno nei cieli”.(Col. 1,15-16.17-20)

 

Gesù stesso così ha parlato di sé:

“In quel tempo Gesù disse: Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli Sì, o Padre, perché così hai voluto nella tua bontà… Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi da un peso, e io vi ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero”. (Mt. 11,25-26.28-30).

 

Pausa di preghiera

Ascoltiamo ora una riflessione di san Riccardo sul mistero di Gesù Cristo:

“Ricordiamoci scambievolmente nel Signore implorando da Lui tutte quelle grazie che Egli vede maggiormente necessarie per noi per rinforzarci maggiormente nelle virtù cristiane, approfittando dei santi esempi ed insegnamenti che Egli, con infinita bontà e misericordia, ama darci dalla Capanna di Betlemme. Anzitutto Egli scende fra di noi, si fa uomo – per fare la volontà del suo Divin Padre -, e l’Umanità santissima di Gesù, fin dal primo concepimento, niente altro cerca all’infuori di questo, ponendo nell’adempimento di tale volontà ogni sua felicità, dalla Culla alla Croce, e la sua stessa vita: – il mio cibo è fare la volontà del Padre mio -; questa Egli sapeva che era l’unica via per glorificare il suo divin Padre, per raggiungere la sua divina gloria, e per salvare il mondo”. (Lettera al fratello Ferdinando n. 115, p. 191)

 

Ed ora rivolgiamo a san Riccardo la stessa preghiera che un giorno egli fece a sua sorella suor Longina, per chiedere una conoscenza e un’amore più vivi di Gesù Cristo:

 

“Mi raccomando perciò vivamente, sempre più vivamente alle tue buone orazioni, o sorella amatissima (o amatissimo san Riccardo), affinché il Signore voglia concedermi la grazia di sempre più avvicinarmi a Lui, più chiaramente conoscerlo, più ardentemente amarlo, più fedelmente servirlo, e meritare così il premio promessoci di goderlo eternamente in Paradiso”.(Lettera alla sorella Longina n. 26, p.54)

 

Pausa di riflessione e di preghiera e proposito di un impegno personale.

 

  • Rendiamo lode alla santissima Trinità dalla quale viene ogni santità: Gloria al Padre…
  • Invochiamo il Padre perché venga il suo regno e ci usi misericordia: Padre Nostro…
  • Preghiamo la Madonna esemplare della fede: Ave Maria…

 

San Riccardo, innamorato di Gesù Cristo, Fammi partecipe della tua passione per Lui, perché lo riconosca nella mia vita come il primo bene, lo ascolti nelle sue parole come verità della mia esistenza, lo segua nel suo cammino quale mia strada, e mi soccorra nella mia pena… e mi rinnovi nel cuore.

 

INNO A SAN RICCARDO PAMPURI

 

Grande festa in ciel tra i santi

gioia immensa per la Chiesa:

nella gloria del Signor

vive il servo suo fedel.

Con il sole della Grazia

la feconda nostra terra

frutto santo germinò:

fra Riccardo ci donò.

Alla fede consacrato

ogni scienza a Dio richiese

puro e semplice di cuor

fu esempio di virtù.

Fatto medico soccorse,

vero buon samaritano,

il malato nel dolor

con ardente carità.

Come incenso unito al fuoco,

la sua vita unita a Cristo

diffondeva pace e amor

richiamava al Signor.

Dalla santa Eucarestia

che adorava con fervore

egli attinse il vero amor

e la luce nell’agir.

Sulla via del Signore

abbracciò la perfezione,

la sua vita consacrò

nei consigli del Vangelo.

Pur vissuto brevi anni

maturò una vita santa

e la gloria meritò

di goder la Trinità.

 

“San Riccardo, innamorato di Cristo, prega per noi”.

 

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SECONDO GIORNO - 23 aprile

Condizioni per seguire Gesù Cristo

 

Non è sufficiente riconoscere Gesù Cristo, occorre anche seguirlo per essere degli autentici cristiani. Solo a queste condizioni noi gli rassomigliamo. È l’esempio che ci ha dato san Riccardo da laico e da religioso, nella salute e nella malattia.

 

Così Gesù ha esposto ai suoi le condizioni per seguirlo:

“Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro:- Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà. Che giova infatti a un uomo guadagnare il mondo intero e perdere la propria vita? Che cosa potrebbe dare un uomo in cambio della propria vita? Chi si vergognerà di me delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi -”. (Mr. 8,34-38)

 

Pausa di preghiera

Ascoltiamo ora come san Riccardo ha cercato nella sua vita la strada per la quale Dio lo chiamava.

Egli non chiese a Dio di accondiscendere al suo progetto di vita, ma di trovare e di mettere in pratica quello che Dio voleva da lui. Si tratta di uno scritto indirizzato alla sorella, ma le sue parole le possiamo far nostre e rivolgerle a lui come una preghiera:

 

“Dalla mia ultima lettera avrai compreso come, nel cercare la via per la quale il Signore vuole che lo serva, non poche volte mi si è affacciata quella tanto gloriosa del Missionario, ma troppo spesso mi appariva la pochezza fisica e più ancora morale a dissuadermene. Eppure, quanto volentieri abbraccerei questo stato, se la Provvidenza Divina me lo indicasse come a me coneveniente! Prega dunque tanto, sorella carissima (carissimo san Riccardo), affinché il Signore mi faccia conoscere bene la sua Volontà, affinché io non abbia da una parte a tentarlo chiedendogli ciò che a me non conviene, né da un’altra diffidare dell’infinito suo misericordioso aiuto. Prega affinché con l’adempimento completo e generoso dei doveri che m’incombono nel mio stato presente e col non trascurare le occasioni di bene che tanto sovente il Signore mi manda, meriti di conoscere sempre meglio la sua santa Volontà a mio riguardo”. (Lettera alla sorella Longina n. 28 p. 56)

 

Non ha mai presunto san Riccardo delle sue forze spirituali. Egli faceva molto conto sulla preghiera e sul pensiero della sorella che si era donata a Dio, per poter essere fedele nel seguire il Signore. Così, a diciotto anni, quando nella vita si fanno tante contraddizioni, scriveva alla sorella: “Io sempre ti ricordo, ti ricordo nelle mie poche preghiere… quando mi sento debole nell’adempiere ai miei doveri, debole nel superare gli innumerevoli pericoli nel resistere alle tentazioni, alle passioni; e sento il bisogno di qualcuno che preghi, continuamente che preghi il Signore per me, che ne ho tanto, tanto bisogno, per mantenermi buono, per non scostarmi dal retto pensiero”. (Lettera alla sorella Longina n. 2 p. 30)

 

Pausa di riflessione e di preghiera e proposito di un impegno personale.

 

  • Rendiamo lode alla santissima Trinità dalla quale viene ogni santità: Gloria al Padre…
  • Invochiamo il Padre perché venga il suo regno e ci usi misericordia: Padre Nostro…
  • Preghiamo la Madonna esemplare della fede: Ave Maria…

 

San Riccardo, che con sapienza e costanza hai cercato le strade di Dio, e le hai seguite con determinazione e con gioia, soccorrimi nelle mie necessità… e aiutami a seguire con la tua stessa generosità la voce del Signore con la libertà e la fedeltà che ci chiede Gesù Cristo.

 

INNO A SAN RICCARDO PAMPURI

 

Grande festa in ciel tra i santi

gioia immensa per la Chiesa:

nella gloria del Signor

vive il servo suo fedel.

Con il sole della Grazia

la feconda nostra terra

frutto santo germinò:

fra Riccardo ci donò.

Alla fede consacrato

ogni scienza a Dio richiese

puro e semplice di cuor

fu esempio di virtù.

Fatto medico soccorse,

vero buon samaritano,

il malato nel dolor

con ardente carità.

Come incenso unito al fuoco,

la sua vita unita a Cristo

diffondeva pace e amor

richiamava al Signor.

Dalla santa Eucarestia

che adorava con fervore

egli attinse il vero amor

e la luce nell’agir.

Sulla via del Signore

abbracciò la perfezione,

la sua vita consacrò

nei consigli del Vangel.

Pur vissuto brevi anni

maturò una vita santa

e la gloria meritò

di goder la Trinità.

 

"San Riccardo, fedele seguace di Cristo, prega per noi".

 

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TERZO GIORNO - 24 aprile

 

L’umiltà via alla verità

 

Riconoscere e seguire Gesù nel suo cammino, ma con quali atteggiamenti soggettivi? Come ce ne ha parlato Gesù? San Riccardo come ce ne ha dato testimonianza nella sua vita e nella sua parola? E di conseguenza che cosa chiede a noi il Signore?

 

Gesù ringrazia il Padre per l’attenzione che egli riserva ai piccoli, vale a dire a coloro che con umiltà si lasciano istruire da Gesù:

“In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito santo e disse:- Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così hai voluto nella tua bontà -”. (Lc. 10,21-22)

 

Volendo sottolineare la disponibilità con cui va accolto il regno di Dio, così Gesù afferma:

“In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come l’accoglie un bambino, non vi entrerà”. (Lc. 18,17)

 

E la Madonna, guardando alla propria storia e a quella di Israele, esclama:

“L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato all’umiltà della sua serva… ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili. (Lc. 1,46-48.52)

 

Pausa di preghiera

 

San Riccardo mantenne in tutta la sua vita questo atteggiamento di umiltà di fronte a Dio fino a denunciare frequentemente i suoi limiti, preoccupato di non apparire per ciò che di fatto non era. Facciamo nostra la sua preghiera:

 

“Prega tanto il Bambino Gesù che mi faccia diventare buono come Egli desidera, come Egli vuole:- Imparate da me che sono mite ed umile di cuore -… Oh quanto errato è il giudizio degli uomini nel giudicarci benevolmente dalle sole apparenze. e quanto stolti siamo noi nel chiudere le orecchie (ed adontarci magari) le poche volte che qualcuno, liberatosi da troppi vani riguardi, osa dirci la schietta verità, tanto poco lusinghiera!

 

Purtroppo la coscienza ci avverte che le lodi non sono meritate, eppure ce ne compiacciamo; ci dice che i biasimi sono giusti, ma il maledetto orgoglio ama attribuirli solo all’avversione e malignità altrui. Questa è in modo tutto speciale la misera condizione dell’animo mio: prega dunque il Bambino Gesù che mi conceda la grazia di saper ascoltare con vera umiltà, quella umiltà che può sola farmi ben comprendere tutta la realtà della mia miseria e ottenere dal Signore la grazia di potervi rimediare nel miglior modo. (Lettera alla sorella Longina n. 53 p. 99)

 

Pausa di riflessione e di preghiera e proposito di un impegno personale.

 

  • Rendiamo lode alla santissima Trinità dalla quale viene ogni santità: Gloria al Padre…
  • Invochiamo il Padre perché venga il suo regno e ci usi misericordia: Padre Nostro…
  • Preghiamo la Madonna esemplare della fede: Ave Maria…

 

San Riccardo, che con umiltà e fiducia ha ascoltato e seguito il Signore, soccorrimi nelle mie necessità e intercedi presso Dio perché con il tuo stesso spirito cerchi la verità e non le apparenze della mia vita e guardi al Salvatore con la semplicità con cui un bimbo impara da suo padre.

 

INNO A SAN RICCARDO PAMPURI

 

Grande festa in ciel tra i santi

gioia immensa per la Chiesa:

nella gloria del Signor

vive il servo suo fedel.

Con il sole della Grazia

la feconda nostra terra

frutto santo germinò:

fra Riccardo ci donò.

Alla fede consacrato

ogni scienza a Dio richiese

puro e semplice di cuor

fu esempio di virtù.

Fatto medico soccorse,

vero buon samaritano,

il malato nel dolor

con ardente carità.

Come incenso unito al fuoco,

la sua vita unita a Cristo

diffondeva pace e amor

richiamava al Signor.

Dalla santa Eucarestia

che adorava con fervore

egli attinse il vero amor

e la luce nell’agir.

Sulla via del Signore

abbracciò la perfezione,

la sua vita consacrò

nei consigli del Vangel.

Pur vissuto brevi anni

maturò una vita santa

e la gloria meritò

di goder la Trinità.

 

“San Riccardo, innamorato di Cristo, prega per noi”.

 

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QUARTO GIORNO - 25 aprile

 

La fiducia nella Provvidenza

 

Il futuro sempre ci impegna e ci preoccupa. C’è chi guarda al futuro facendo conto solo su se stesso e c’è chi lo guarda credendo alla paternità di Dio. San Riccardo fu variamente provato nella sua vita: orfano di mamma ancora piccolo, soldato in guerra, ammalato, in cerca della sua vocazione. Mai si lasciò vincere dallo scoraggiamento né rimase prigioniero delle “cose”, perché fiducioso nella Provvidenza di Dio.

 

Un giorno Gesù interrogato su la spartizione di un eredità, così ha risposto:

“E disse loro:- Badate di tenervi lontano da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende dai suoi beni -… Poi disse ai discepoli:- Per questo io vi dico: non preoccupatevi per la vita, di quello che mangerete; né per il corpo, come lo vestirete. La vita vale più del cibo e il corpo più del vestito. Guardate i corvi: non seminano e non mietono, non hanno dispensa né granaio, eppure Dio li nutre. Voi valete ben più degli uccelli! Chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare di poco la propria vita? Se non potete fare neppure così poco, perché vi preoccupate per il resto?

Guardate come crescono i gigli: non faticano e non filano. Eppure io vi dico: Neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Se dunque Dio veste così bene l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, quanto più sarà per voi, gente di poca fede. E voi non state a domandarvi che cosa mangerete e berrete, e non state in ansia: di tutte queste cose va in cerca la gente del mondo; ma il Padre vostro sa che ne avete bisogno. Cercate piuttosto il suo regno, e queste cose vi saranno date in aggiunta”. (Lc. 12,15.22-31)

 

Pausa di preghiera

 

Di fronte alle immancabili difficoltà della vita così San Riccardo esprime la sua fiducia nell’aiuto di Dio, nella sua Provvidenza, facendo conto più sull’amore per Iddio che sul timore di Lui:

 

“Noi non dobbiamo temere, o carissima sorella, perché quel Gesù che ha già combattuto e vinto per noi dalla mangiatoia alla croce, è sempre al nostro fianco, nel nostro cuore con la sua divina grazia, con le sue sante ispirazioni, col ricordo dei divini esempi di perfetta obbedienza… Noi ci sforzeremo di servirLo sempre non con timore servile dei castighi, ma per amore, con amore sempre più grande che ci farà trovare sempre più lievi le sue croci e più soave il suo giogo”. (Lettera alla sorella Longina n. 53 p. 99)

 

Molte sofferenze e dolori, continua san Riccardo, hanno origine dal fatto che facciamo conto solo su gli uomini; e questo lo scrive alla sorella Margherita in occasione del suo abbandono della casa per la vita religiosa:

 

“La maggior parte dei nostri dolori proviene dal voler noi appoggiarci troppo ai mezzi tanto fragili e malsicuri quali sono le persone umane, che le più svariate e impreviste circostanze possono toglierci. Dobbiamo certo valerci dell’appoggio umano poiché è dal reciproco aiuto che deriva la convivenza sociale, ma come un mezzo fornitoci dalla Divina Provvidenza e che essa può mutare in mille modi anche per il nostro meglio, quantunque, alla nostra debole vista, da tale mutamento ci sembra, a tutta prima, ne derivi invece un male”. (Lettera alla sorella Margherita n. 83 p. 144)

 

La sorella, suor Longina, gli aveva scritto che pregava affinché avesse da Dio tante grazie. Ad essa risponde san Riccardo disponendo il suo cuore a riceverle e soprattutto a vivere in conformità alla divina Provvidenza:

“Io cercherò di disporre l’animo mio in modo da non porre ostacolo a tali grazie, nel mentre chiederò di tutto cuore altrettante grazie per te, e soprattutto quella santa pace che viene dalla piena e serena conformità alle disposizioni della divina Provvidenza”. (Lettera alla sorella Longina n. 102 p. 174)

 

Il riconoscimento di tutti i doni che Dio ci offre ci introduce a comprendere il mistero della Provvidenza di Dio. Così san Riccardo scrive ad un giovane studente:

“Alla tua età avrai già cominciato a ben comprendere tutti i grandi doni che Iddio ti ha fatto. In questi bei giorni sereni in cui tutta la natura sembra si risvegli a nuova vita sotto il soffio della primavera come più dovremmo sentire la infinita bontà del nostro Padre celeste che tante cose belle e buone e perennemente crea per noi”. (Lettera ad uno studente n. 72 p. 128)

 

Pausa di riflessione e di preghiera e proposito di un impegno personale.

 

  • Rendiamo lode alla santissima Trinità dalla quale viene ogni santità: Gloria al Padre…
  • Invochiamo il Padre perché venga il suo regno e ci usi misericordia: Padre Nostro…
  • Preghiamo la Madonna esemplare della fede: Ave Maria…

 

San Riccardo, che nelle numerose prove della tua vita sei vissuto sempre abbandonato in Dio, aiuta noi timorosi e incerti a vivere con maggiore fiducia nella Provvidenza divina.

 

INNO A SAN RICCARDO PAMPURI

 

Grande festa in ciel tra i santi

gioia immensa per la Chiesa:

nella gloria del Signor

vive il servo suo fedel.

Con il sole della Grazia

la feconda nostra terra

frutto santo germinò:

fra Riccardo ci donò.

Alla fede consacrato

ogni scienza a Dio richiese

puro e semplice di cuor

fu esempio di virtù.

Fatto medico soccorse,

vero buon samaritano,

il malato nel dolor

con ardente carità.

Come incenso unito al fuoco,

la sua vita unita a Cristo

diffondeva pace e amor

richiamava al Signor.

Dalla santa Eucarestia

che adorava con fervore

egli attinse il vero amor

e la luce nell’agir.

Sulla via del Signore

abbracciò la perfezione,

la sua vita consacrò

nei consigli del Vangel.

Pur vissuto brevi anni

maturò una vita santa

e la gloria meritò

di goder la Trinità.

 

"San Riccardo, fiducioso nella Provvidenza di Dio, prega per noi".

 

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QUINTO GIORNO - 26 aprile

 

Il grande comandamento

 

Che cosa ci spinge a conoscere, ad accogliere, a seguire Gesù Cristo? Quale è il motivo per cui ci abbandoniamo alla divina Provvidenza? Quale forza anima la nostra umiltà nell’accostarci a Dio, nel ricercare la sua verità? Quale è il motore della nostra vita cristiana in rapporto a Dio e al nostro prossimo? Chi animò la vita di san Riccardo?

 

Forse qualche volta è venuto anche a noi d’interrogarci se vi è un legame tra tutti i precetti che regolano la nostra vita cristiana e quale è il più importante di essi. Un giorno alcuni Farisei interrogarono Gesù su questo argomento. Ascoltiamo la sua risposta. Essa tocca il cuore del nostro impegno di credenti:

 

“Allora i farisei, avendo udito che egli aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova:- Maestro, nella Legge, qual’è il grande comandamento? -. Gli rispose:- Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il grande e il primo comandamento. Il secondo poi è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti -”. (Mt. 22,34-40)

 

Per spiegare poi meglio il legame tra l’amore di Dio e quello verso il prossimo, Gesù, parlando un giorno del giudizio finale, ha detto:

“In verità io vi dico: ogni volta che lo avete fatto a un solo di questi nostri fratelli più piccoli (cioè avete dato da mangiare ad un affamato, avete visitato un infermo o un detenuto, avete accolto uno straniero…), l’avete fatto a me”. (Mt. 25,40)

 

All’ultima cena, volendo riassumere per così dire tutti i suoi precetti, così Gesù si è rivolto ai suoi:

“Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri: Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri”. (Gv. 13,34-35)

 

Pausa di preghiera

 

San Riccardo è ben cosciente della centralità del precetto e dell’amore e per questo vede anche l’inadeguatezza tra il comandamento del Signore e la sua condotta. Chiede perciò alla sorella di pregare con costanza per lui, perchè sappia amare con tutto il cuore il Signore, convinto che non può comunicare agli altri ciò che egli non vive. Seguiamolo nel suo umile riconoscimento e nella sua convinta preghiera che noi vogliamo rivolgere non a sua sorella, ma a lui stesso:

 

“Purtroppo la fiamma della mia carità è sempre troppo languida per poter comunicare agli altri il proprio calore; io mi sento sempre molto freddo e gravosamente attratto verso le precoccupazioni materiali delle quali pure comprendo la inutile vanità, solo con sforzo e con passo molto tardo mi rivolgo a quei sommi beni spirituali, ai quali, come ai soli necessari, dovrei tendere con invicibile ardore.

È così bello, non è vero?, l’amore di Dio e l’amore del prossimo; tanto grande il premio che anche quaggiù segue l’esercizio delle cristiane virtù, con la pace dell’animo e le spirituali consolazioni!… Mi raccomando perciò vivamente, sempre più vivamente alle tue buone preghiere, o sorella amatissima, affinchè il Signore voglia concedermi la grazia di sempre più avvicinarmi a Lui, più chiaramente conoscerlo, più ardentemente amarlo, più fedelmente servirlo, e meritare così il premio promessoci di goderlo eternamente in Paradiso”. (Lettera alla sorella Longina n. 26 p. 54)

 

Pausa di riflessione e di preghiera e proposito di un impegno personale.

 

  • Rendiamo lode alla santissima Trinità dalla quale viene ogni santità: Gloria al Padre…
  • Invochiamo il Padre perché venga il suo regno e ci usi misericordia: Padre Nostro…
  • Preghiamo la Madonna esemplare della fede: Ave Maria…

 

San Riccardo, che nella tua vita hai unito profondamente l’adorazione eucaristica con la cura degli ammalati, aiuta anche noi nei nostri malanni, nelle nostre necessità, e rendici fedeli alla vocazione d’amore che Dio ha posto nel nostro cuore.

 

 

INNO A SAN RICCARDO PAMPURI

 

Grande festa in ciel tra i santi

gioia immensa per la Chiesa:

nella gloria del Signor

vive il servo suo fedel.

Con il sole della Grazia

la feconda nostra terra

frutto santo germinò:

fra Riccardo ci donò.

Alla fede consacrato

ogni scienza a Dio richiese

puro e semplice di cuor

fu esempio di virtù.

Fatto medico soccorse,

vero buon samaritano,

il malato nel dolor

con ardente carità.

Come incenso unito al fuoco,

la sua vita unita a Cristo

diffondeva pace e amor

richiamava al Signor.

Dalla santa Eucarestia

che adorava con fervore

egli attinse il vero amor

e la luce nell’agir.

Sulla via del Signore

abbracciò la perfezione,

la sua vita consacrò

nei consigli del Vangel.

Pur vissuto brevi anni

maturò una vita santa

e la gloria meritò

di goder la Trinità.

 

“San Riccardo, che hai saputo unire l’amore di Dio con l’amore del prossimo, prega per noi”.

 

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SESTO GIORNO - 27 aprile

 

La misericordia di Dio

 

Ogni giorno sperimentiamo, o Signore, la grande differenza che c’è tra la tua vita e la nostra, tra le tue e le nostre scelte. Se tu, o Dio, non ci usi misericordia, siamo perduti. Ma proprio per questo, perché ci hai amato, nonostante i nostri peccati, tu, Figlio di Dio ti sei fatto figlio dell’uomo, sei vissuto tra noi, hai incontrato i peccatori, ti sei lasciato crocifiggere. Nella tua misericordia sta la nostra speranza. San Riccardo, cosciente delle sue imperfezioni, costantemente ha cercato l’alimento alla sua pace e al suo amore nella tua misericordia.

 

Gesù ha mostrato la misericordia di Dio sia nei tuoi atteggiamenti verso i peccatori pentiti, sia nelle parabole. Sentiamone due, quella della pecora smarrita e quella del figliol prodigo.

 

Parabola della pecora smarrita:

 

“Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro quella perduta, finché non la ritrova? Ritrovatala, se la mette in spalla tutto contento, va a casa, chiama gli amici e i vicini dicendo: Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta. Così, vi dico, ci sarà più gioia nel cielo per pecccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione”. (Lc. 15,4-7)

 

E quando il figliol prodigo torna a casa, dopo aver dissipato tutto ciò che gli aveva dato il genitore, racconta Gesù:

 

“Quando era ancora lontano, suo padre lo vide e, commosso, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. (Lc. 15,20-24)

 

Pausa di preghiera

 

San Riccardo, nonostante il suo impegno di fedeltà al Signore, guardando all’ideale, Gesù Cristo, avvertiva costantemente la sua inadeguatezza nel seguirlo, e dandoci un esempio di grande umiltà, così scrive alla sorella:

 

“Quanto è doloroso conoscere, sentire la bellezza della perfezione cristiana e non saperla praticare, e quanto aggrava la mia responsabilità… Prega adunque che quanto più mi sarà dato di conoscere il Signore, tanto più e meglio mi sia concesso di amarlo e servirlo”. (Lettera alla sorella Longina n. 44 p. 84)

 

Questa coscienza della propria inadeguatezza nel tendere alla perfezione cristiana non lo scoraggia però. Egli non fa conto tanto sulle sue forze, sulla sua abilità, ma sulla misericordia di Dio. A circa un anno dalla sua morte così san Riccardo confida nella misericordia di Dio:

 

“Ti confesso, sorella carissima, che la fiducia e l’abbandono nella misericordia e bontà del Signore, nell’amore infinito di Gesù è sempre la mia maggiore, anzi la mia unica fonte di tranquillità e di pace, poiché quando mi azzardo ad uscire un po’ da questo sereno porto, per avanzarmi nella considerazione della mia miseria e della terribilità della divina giustizia oltre quello che basta per eccitare un salutar timor di Dio, sento subito che l’animo si smarrisce e viene meno”. (Lettera alla sorella Longina n. 120 p. 197)

 

Pausa di riflessione e di preghiera e proposito di un impegno personale.

 

  • Rendiamo lode alla santissima Trinità dalla quale viene ogni santità: Gloria al Padre…
  • Invochiamo il Padre perché venga il suo regno e ci usi misericordia: Padre Nostro…
  • Preghiamo la Madonna esemplare della fede: Ave Maria…

 

Ottieni da Dio, san Riccardo, che secondo il tuo esempio sappiamo riconoscere i nostri peccati e abbiamo a confidare, dopo esserci pentiti, nella miericordia divina, perché la pace e la gioia del Signore accompagni sempre la nostra vita.

 

INNO A SAN RICCARDO PAMPURI

 

Grande festa in ciel tra i santi

gioia immensa per la Chiesa:

nella gloria del Signor

vive il servo suo fedel.

Con il sole della Grazia

la feconda nostra terra

frutto santo germinò:

fra Riccardo ci donò.

Alla fede consacrato

ogni scienza a Dio richiese

puro e semplice di cuor

fu esempio di virtù.

Fatto medico soccorse,

vero buon samaritano,

il malato nel dolor

con ardente carità.

Come incenso unito al fuoco,

la sua vita unita a Cristo

diffondeva pace e amor

richiamava al Signor.

Dalla santa Eucarestia

che adorava con fervore

egli attinse il vero amor

e la luce nell’agir.

Sulla via del Signore

abbracciò la perfezione,

la sua vita consacrò

nei consigli del Vangelo.

Pur vissuto brevi anni

maturò una vita santa

e la gloria meritò

di goder la Trinità.

 

“San Riccardo, figlio e testimone della misericordia di Dio, prega per noi”.

 

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SETTIMO GIORNO - 28 aprile

 

Lo sguardo fiducioso alla croce

 

Dove si rivela in modo particolare il volto misericordioso di Dio per noi? Dove si manifesta la gravità del nostro peccato? Donde viene a noi la grazia della nostra rinascita spirituale? Dove troviamo l’esempio più alto della fedeltà al padre nelle prove della vita? Guardiamo al Crocifisso e preghiamolo con gli stessi sentimenti con cui san Riccardo ha guardato alla croce del Signore e l’ha seguita nella sua vita.

 

Così Gesù parla a Nicodemo della sua futura morte in croce, frutto dell’amore di Dio:

 

“Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede abbia la vita eterna Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio, l’unico, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui”. (Gv. 3,16-17)

 

Il giorno del suo ingresso in Gerusalemme, che noi ricordiamo nella festa delle palme, Gesù con queste parole presenta il valore della sua prossima crocifissione:

 

“Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me. Questo diceva per indicare di qual morte doveva morire”. (Gv. 12,32-33)

 

San Paolo, convinto della centralità del crocifisso nella vita del cristiano, così scrive ai cristiani di Corinto:

 

“Anch’io, o fratelli, quando venni tra voi, non mi presentai ad annunziarvi il mistero di Dio con l’eccellenza della parola o della sapienza. Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e Cristo crocifisso”. (1 Cor. 2,1-2)

 

Pausa di preghiera

 

San Riccardo era ben cosciente del valore della croce di Gesù e così ne scrive ad un anno dalla propria morte:

 

“Dalla Croce, dal divin Crocifisso, dalla SS. Piaga del suo Cuore sgorgano perennemente, come da unica e inesauribile fonte, tutte queste grazie e benedizioni soprannaturali. Ad essi quindi dobbiamo tener fissi soprattutto in questo tempo il cuore e la mente nostra ed alla considerazione del prezzo infinito, degli spasimi e tormenti indicibili che sono costate a Gesù tutte le grazie di preservazione, di perdono e di vocazione che abbiamo ricevuto ed andiamo continuamente ricevendo, non mancherà di sgorgare dall’animo nostro un proposito fermo ed efficace di sempre meglio corrispondervi per l’avvenire, donando tutto noi stessi senza restrizione alcuna a Colui che tutto si è dato a noi, versando tra gli spasimi e l’agonia della crocifissione tutto il suo Divin Sangue fino all’ultima stilla”. (Lettera al nipote Giovanni n. 122 p. 200)

 

Pausa di riflessione e di preghiera e proposito di un impegno personale.

 

  • Rendiamo lode alla santissima Trinità dalla quale viene ogni santità: Gloria al Padre…
  • Invochiamo il Padre perché venga il suo regno e ci usi misericordia: Padre Nostro…
  • Preghiamo la Madonna esemplare della fede: Ave Maria…

 

Gesù, per me crocifisso, dammi forza per portare la mia croce; Gesù, con il cuore trafitto, dammi amore per continuare a sperare. E tu, san Riccardo, stammi accanto, perché con il tuo stesso sguardo mi rivolga al Signore e segua con coraggio il suo cammino.

 

INNO A SAN RICCARDO PAMPURI

 

Grande festa in ciel tra i santi

gioia immensa per la Chiesa:

nella gloria del Signor

vive il servo suo fedel.

Con il sole della Grazia

la feconda nostra terra

frutto santo germinò:

fra Riccardo ci donò.

Alla fede consacrato

ogni scienza a Dio richiese

puro e semplice di cuor

fu esempio di virtù.

Fatto medico soccorse,

vero buon samaritano,

il malato nel dolor

con ardente carità.

Come incenso unito al fuoco,

la sua vita unita a Cristo

diffondeva pace e amor

richiamava al Signor.

Dalla santa Eucarestia

che adorava con fervore

egli attinse il vero amor

e la luce nell’agir.

Sulla via del Signore

abbracciò la perfezione,

la sua vita consacrò

nei consigli del Vangelo.

Pur vissuto brevi anni

maturò una vita santa

e la gloria meritò

di goder la Trinità.

 

San Riccardo, fedele e seguace della Croce, prega per noi”.

 

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OTTAVO GIORNO - 29 aprile

 

Lo Spirito santo luce e forza nel nostro cammino

 

Noi siamo deboli: come possiamo seguire Gesù e adempiere i suoi precetti? Spesso siamo ciechi: come possiamo comprendere la sua Parola, riconoscere la sua Provvidenza, vedere anche nella croce la presenza di Dio? Il rispetto umano tante volte ci trattiene dal rendere testimonianza alla nostra fede: come possiamo acquistare un più disinvolto coraggio? Ascoltiamo come ci parla il Signore del dono dello Spirito santo e come san Riccardo l’ha invocato nella sua vita.

 

All’ultima cena gli apostoli, dopo tre anni di convivenza con Gesù, ancora non hanno capito la sua figura e il suo insegnamento, e sono presi dalla paura e dallo scoraggiamento guardando al loro futuro e alla gente che li circonda.

 

Con queste parole il Maestro si rivolge ai suoi discepoli per indicar loro chi li aiuterà a capire tutto ciò che aveva insegnato ad essi e che li avrebbe consolati nel loro cammino di fede:

 

“Non sia turbato il vostro cuore… Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi… Vi ho detto queste cose mentre sono ancora con voi. Ma il Consolatore, lo Spirito santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto”.(Gv. 14,1.15-17.25-26)

 

Gli apostoli con le sole loro forze non erano in grado di penetrare tutta la profondità delle parole e della vita di Gesù, per questo, sempre all’ultima cena, il Salvatore promette il dono dello Spirito santo che li guiderà alla comprensione piena della verità di Dio e dell’uomo, della sua storia:

 

“Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità vi guiderà alla verità tutta intera”. (Gv. 16,12-13)

 

È il coraggio della testimonianza donde viene al cristiano? Chi conosce ed ama è in grado di rendere testimonianza:

 

“Quando verrà il Consolatore, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli mi darà testimonianza, e anche voi mi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio”. (Gv. 15,26,27)

 

Pausa di preghiera

 

Siamo ormai in primavera, in vista della Pasqua, e san Riccardo vede nella natura che sta risvegliandosi un’immagine di quello che dovrebbe essere l’uomo sotto l’azione dello Spirito santo:

 

“Siamo ormai a metà quaresima e si avvicina rapidamente la S. Pasqua di Risurrezione. Anche la natura tutto intorno sembra invitare ad un nuovo risveglio di vita spirituale, di virtù, di opere buone e sante: i prati sono ormai tutti verdeggianti di nuove tenere erbe, e una miriade di viole mammole adornano e quasi tappezzano le rive… con questa generosa prontezza risponde la terra ai primi calori dei crescenti raggi solari, e quanto più e meglio dovrei io rispondere ai torrenti di luce e di amore del Cuore Sacratissimo di Gesù Redentore…

 

A questo prega molto anche tu, o Sorella carissima, prega perché io abbia da corrispondere un po’ meglio, sempre meglio alle tante grazie del Signore, e in modo speciale in questo tempo accettevole, ti sarei anzi riconoscentissimo se mi facessi una breve ma ardente novena allo Spirito santo perché abbia ad aprire anche a me la mente, come già gli Apostoli, e illuminarmi, e infiammarmi di quel sacro fuoco di divina carità che Gesù è venuto a portare sulla terra, fra noi e che Egli vorrebbe ardesse in cuore”. (Alla sorella Longina n. 75 p. 134)

 

Pausa di riflessione e di preghiera e proposito di un impegno personale.

 

  • Rendiamo lode alla santissima Trinità dalla quale viene ogni santità: Gloria al Padre…
  • Invochiamo il Padre perché venga il suo regno e ci usi misericordia: Padre Nostro…
  • Preghiamo la Madonna esemplare della fede: Ave Maria…

 

San Riccardo, che nella tua vita con grande disponibilità e costanza ti sei lasciato condurre dallo Spirito santo, aiutami ad aprirmi alla luce e alla forza dello stesso Spirito perché sappia fare delle scelte sapienti e coraggiose per la mia vita.

 

INNO A SAN RICCARDO PAMPURI

 

Grande festa in ciel tra i santi

gioia immensa per la Chiesa:

nella gloria del Signor

vive il servo suo fedel.

Con il sole della Grazia

la feconda nostra terra

frutto santo germinò:

fra Riccardo ci donò.

Alla fede consacrato

ogni scienza a Dio richiese

puro e semplice di cuor

fu esempio di virtù.

Fatto medico soccorse,

vero buon samaritano,

il malato nel dolor

con ardente carità.

Come incenso unito al fuoco,

la sua vita unita a Cristo

diffondeva pace e amor

richiamava al Signor.

Dalla santa Eucarestia

che adorava con fervore

egli attinse il vero amor

e la luce nell’agir.

Sulla via del Signore

abbracciò la perfezione,

la sua vita consacrò

nei consigli del Vangelo.

Pur vissuto brevi anni

maturò una vita santa

e la gloria meritò

di goder la Trinità.

 

San Riccardo, fedele e seguace della Croce, prega per noi”.

 

“San Riccardo, obbediente alle indicazione dello Spirito santo, prega per noi”.

 

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NONO GIORNO - 30 aprile

 

Costruire sulla roccia

 

Al termine della nostra novena, per riprendere con speranza il nostro cammino, ci chiediamo: come dobbiamo impostare la nostra vita? Come premunirci di fronte alle avversità che incontreremo? Come è necessario educare le nuove generazioni al loro futuro? È sufficiente rivolgere a Dio qualche invocazione nei momenti di pericolo? Che cosa ci ha insegnato Gesù, quale esempio ci ha dato san Riccardo?

 

Ascoltiamo l’insegnamento del Redentore che ci dice con quale metro saremo giudicati e come dobbiamo costruire l’edificio della nostra vita perché non crolli alle prime difficoltà.

 

“Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demoni? Nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi? Ma allora io dichiarerò: Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!

 

Però chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande.(Mt. 7,21-27)

 

Pausa di preghiera

 

San Riccardo fu sempre attento nella sua vita ad unire la preghiera alla pratica della carità, a far precedere e seguire alle parole i fatti, i comportamenti. Contemplativo del Dio vivente, e non semplicemente di un Dio pensato, egli Lo servì anche nelle cose più umili della vita. Ecco, per esempio, rifacendosi alla propria esperienza, come consiglia un giovane:

 

“Tutto è esclusivo dono della gratuita bontà di Dio. Dobbiamo dunque mostrarGli tutta la nostra riconoscenza sia col cuore sia con le opere, ed anzitutto compiendo bene, cioè a tempo giusto, con prontezza, diligenza ed amore, tutti i nostri doveri ordinari quotidiani sempre memori che nulla è piccolo nella Casa del Signore, ed anche il minimo ufficio ivi è sempre grande e ricco di meriti, specialmente se compiuto con grande amore.

 

Un mezzo poi sicuro per agire sempre bene e meritoriamente, come già ti avranno insegnato, è quello di fare tutto per il Signore ricordandoci della sua divina Presenza, come infatti potremmo compiere male una cosa che deve essere offerta a Lui, sapendo che Egli ci sta guardando e scruta anche i più intimi affetti del nostro cuore e le nostre più recondite intenzioni? Ed il Signore gradirà soprattutto le piccole e grandi vittorie che sapremo portare sul nostro amor proprio (il nostro maggior nemico) in occasione delle croci che Egli suole permettere o mandare a coloro che lo seguono, per sperimentare la sincerità del loro amore e porli nell’occasione di aumentare il tesoro dei propri meriti: così ha fatto con i suoi grandi amici, con Maria SS., con gli Apostoli, coi Santi; fortunati noi se ci tratterà allo stesso modo e se con la sua santa grazia sapremo egualmente approfittarne”. (Lettera al nipote Giovanni n. 109 p. 182)

 

Pausa di riflessione e di preghiera e proposito di un impegno personale.

 

  • Rendiamo lode alla santissima Trinità dalla quale viene ogni santità: Gloria al Padre…
  • Invochiamo il Padre perché venga il suo regno e ci usi misericordia: Padre Nostro…
  • Preghiamo la Madonna esemplare della fede: Ave Maria…

 

San Riccardo, che con la vita prima che con le parole hai risposto alla chiamata di Dio, prega la santissima Trinità perché anche noi con il cuore e con le opere sappiamo seguire Gesù Cristo nella nostra vita quotidiana, convinti che nulla è piccolo nella Casa del Signore.

 

INNO A SAN RICCARDO PAMPURI

 

Grande festa in ciel tra i santi

gioia immensa per la Chiesa:

nella gloria del Signor

vive il servo suo fedel.

Con il sole della Grazia

la feconda nostra terra

frutto santo germinò:

fra Riccardo ci donò.

Alla fede consacrato

ogni scienza a Dio richiese

puro e semplice di cuor

fu esempio di virtù.

Fatto medico soccorse,

vero buon samaritano,

il malato nel dolor

con ardente carità.

Come incenso unito al fuoco,

la sua vita unita a Cristo

diffondeva pace e amor

richiamava al Signor.

Dalla santa Eucarestia

che adorava con fervore

egli attinse il vero amor

e la luce nell’agir.

Sulla via del Signore

abbracciò la perfezione,

la sua vita consacrò

nei consigli del Vangelo.

Pur vissuto brevi anni

maturò una vita santa

e la gloria meritò

di goder la Trinità.

 

“San Riccardo, che hai costruito la tua vita sulla roccia, prega per noi”.

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